Il Barbiere della Birra

Caso Birraland, multe ai beershop

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  1. filippo.garavaglia
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    Questa la mail ricevuta

    Messaggio inviato a tutti i beer-shop italiani.
    Buongiorno, siamo Daniele e Alberto, vostri colleghi del beer-shop Birraland di Alessandria.
    Scriviamo questo messaggio a tutti i beer-shop italiani per mettervi al corrente di una situazione che riteniamo ingiusta e che interessa tutti voi.

    Questa mattina due funzionari del ministero delle politiche agricole hanno fatto visita al ns beer-shop.
    Tralasciando il classico atteggiamento intimidatorio da classici funzionari pubblici italiani, ci è stata fatta una contestazione che riteniamo sia molto probabile riscontrare in tutte le vs attività .

    PROBLEMA 1
    Se alcune birre ci è stato contestato il fatto che in etichetta le informazioni sono scritte in inglese e non integralmente in italiano.
    Noi, come penso la maggior parte di voi, acquistiamo da distributori & importatori ITALIANI (senza fare nomi) che abbiamo sempre dato per assodato che si occupassero di fari si che le bottiglie fossero vendibili su territorio italiano. Bhe non è così.

    Oggi abbiamo fatto la triste scoperta che la RESPONSABILITA' della corretta etichettatura delle bottiglie, nei confronti del cliente finale ce l'abbiamo TUTTA solo ed esclusivamente NOI.
    In etichetta devono comparire IN LINGUA ITALIANA , oltre a formato e gradazione, la data di scadenza (indicata con la dicitura "da consumarsi entro la fine" o "da consumarsi preferibilmente entro il"), lotto, materie prime (scritte in italiano - ma solo se presenti anche in lingua estera! altrimenti va bene anche senza ingredienti !!!).
    Nonostante queste informazioni siano tutte presenti e ben evidenti nelle etichette originali, sono comunque soggette a contestazione e relativa sanzione in quanto su alcune bottiglie non sono tutte integralmente tradotte in italiano.
    Teniamo a precisare che se voi vendete le medesime bottiglie ad un altra ditta tramite fattura, ad esempio un ristorante o pub, allora non c'è bisogno che sia tutto scritto in lingua italiana, ma vanno bene le etichette così come sono, in inglese, cinese o arabo.
    Dovrà poi essere cura dell'azienda cui le avete vendute di mettere l'etichetta con le indicazioni in italiano (!!!)
    Quindi, allo stesso modo, il distributore/importatore che vi vende le birre, per legge non è tenuto ad etichettarle con indicazioni in italiano in quanto ve le sta vendendo all'ingrosso, e il problema rimbalza quindi su di voi che le vendete al cliente finale, e diventate così soggetti a controlli e relative multe.

    Tra l'altro non ci è nemmeno stata data possibilità di adeguarci entro tot giorni alla normativa.
    Alla fine è sufficiente l'applicazione di una nuova etichetta adesiva sulle bottiglie (che erano tutte perfettamente integre,entro la data di scadenza con regolari fatture di carico merce).
    Tuttavia si è subito proceduto a verbalizzare, anzi, ci hanno detto di ritenerci fortunati che hanno deciso di non sequestrare tutte le bottiglie non ritenute a norma (!)

    Inutile dire che le multe sono molto salate, ci aspettiamo il peggio.
    I riferimenti sono alla legge 109 del 27 gennaio 1992 di cui vi inviamo link
    www.comune.jesi.an.it/MV/leggi/dlvo109-92.htm


    PROBLEMA 2
    contestualmente i funzionari hanno prelevato nr.5 bottiglie da 75cl di una nota birra artigianale italiana per effettuare rilevamenti e verifiche.
    Le bottiglie sono state prelevate dal ns negozio senza il riconoscimento di alcun pagamento.
    Alla domanda relativa al fatto che noi quelle birre le avevamo già integralmente pagate al fornitore, ci è stato risposto che siamo obbligati per legge a darle loro senza alcuna remunerazione, risultando quindi un'operazione integralmente a ns spese.
    Precisiamo che sono due funzionari veri (non erano truffatori) riconosciuti tramite apposito tesserino e controllo presso la sede competente.
    Questa ci sembra una cosa tanto ingiusta quanto assurda in quanto non siamo produttori ma semplici rivenditori, se di ogni birra che vogliono controllare fossimo tenuti a darne 5 bottiglie, bhe penso chiuderemmo tutti nell'arco di una settimana.
    Ovviamente ci stiamo già informando tramite legali sulla legalità di queste azioni.


    Come al solito, i soldi vanno a prenderli dalle piccole realtà , indifese e facili da tartassare con controlli e applicazioni di leggi assurde.
    Tengo a precisare che nei nostri 7 anni di vita siamo risultata un'azienda sempre perfetta, sia dal punto di vista sanitario che fiscale in tutti i controlli effettuati.
    Detto ciò, vi consigliamo di andare a controllare tutte le bottiglie che avete nei vostri locali e verificare che siano apposte in etichetta tutte le informazioni scritte in italiano, se non lo sono o se anche mancasse una sola traduzione (e vedrete che molte etichette saranno così), prendete provvedimenti.
    Come è capitato a noi, può succedere a voi , anche se vi auguriamo di no.

    Scusate la lungaggine della email, ma pensiamo sia un argomento che possa interessare a tutti.
    Cordialità ,
    Daniele & Alberto.
    PS: se lo ritenete utile, fate girare questo messaggio


    Riassunto:
    - multe per etichette con ingredienti non in ITA/no ingredienti/grado alcolico ecc
    - non obbligo per distributore di provvedere
    - recupero non pagato di campioni per analisi (5 bottiglie)

    ovviamente la cosa ha creato scalpore e ho visto più di un collega incazzato.

    Partecipando ad un corso ex-rec decente si vengono a sapere appunto queste cose:
    - le etichette devono essere complete e in italiano
    - non si possono vendere birre scadute (gabola: venderle "per la confezione", riportandolo con cartello)
    - l'ultimo della filiera (in questo caso lo shopparo/publican) deve garantire l'etichettatura corretta (ma ricordatevi che apponendo l'etichetta si assumono TUTTE le responsabilità legali di ciò che si abbia scritto)
    - i medaglioni delle spine devono riportare anche loro le stesse informazioni delle etichette (ma quanti birri si "dimenticano" di darteli?)
    - i campionamenti avvengono con 5 prelievi (o 5 confezioni o 5 bottiglie) e, ovviamente, non vengono pagati.

    detto questo concordo sia una porcata e sarebbe necessario imporre AL PRODUTTORE l'obbligo di vendita birre A NORMA per il paese di vendita.
    Per il controllo agli sfortunati colleghi temo o l'eccesso di zelo (magari motivato da un "batter cassa") oppure una segnalazione.

    Che con il lancio della piattaforma united indipubs si possa fare qualcosa?
    Speriamo.
     
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  2. BeerSheriff
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    CITAZIONE (filippo.garavaglia @ 9/4/2013, 22:56) 
    - multe per etichette con ingredienti non in ITA/no ingredienti/grado alcolico ecc

    mi ricorda una certa birra e qualche genio che sosteneva che un'etichetta priva di ogni informazione era lecita se prodotta all'estero...
     
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  3. Il Sarto di Ulm
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    CITAZIONE (BeerSheriff @ 9/4/2013, 23:14) 
    CITAZIONE (filippo.garavaglia @ 9/4/2013, 22:56) 
    - multe per etichette con ingredienti non in ITA/no ingredienti/grado alcolico ecc

    mi ricorda una certa birra e qualche genio che sosteneva che un'etichetta priva di ogni informazione era lecita se prodotta all'estero...

    Stai a rosicà
     
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  4. belisama
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    Cioè io dovrei mettermi a riettichettare tutte le birre inglesi, tedesche e americane che ho? Mi viene da piangere...
     
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    Portasottobicchieri di Kuaska

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    Penso sia cosa nota e stranota da anni... e i distributori seri lo fanno da sempre.

    L'ultimo anello della catena, il beershop, può decidere se farlo lui, o se cambiare distributore al limite. Ma non vedo tutto questo clamore e levata di scudi, tutte cose risapute... ovvio che arrivino le multe.
     
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  6. belisama
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    La vedo un po' dura cambiare distributore visto che la maggior parte delle referenze estere sono concentrate in soli due aziende
     
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    Nuovo Kuaska

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    CITAZIONE (megaMAX70 @ 10/4/2013, 01:29) 
    Penso sia cosa nota e stranota da anni... e i distributori seri lo fanno da sempre.

    Infatti mi sono sempre chiesto il perchè Ales & co. comparisse col proprio nome e con la propria traduzione in italiano sul retro delle Brewdog.
    Ma se prendiamo una qualsiasi Mikkeller per non dire altri danesi, non è davvero comprensibile...non c'è neppure in inglese.

    Sarà pure risaputa o logicamente accettabile, ma per me ha dell'incredibile per come si è sviluppato il mercato in questi ultimi anni.
     
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  8. ilsilenzio
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    CITAZIONE (megaMAX70 @ 10/4/2013, 01:29) 
    Penso sia cosa nota e stranota da anni... e i distributori seri lo fanno da sempre.
    L'ultimo anello della catena, il beershop, può decidere se farlo lui, o se cambiare distributore al limite. Ma non vedo tutto questo clamore e levata di scudi, tutte cose risapute... ovvio che arrivino le multe.

    GIà, ogni prodotto alimentare venduto in Italia deve avere l'etichetta in Italiano. Come consumatore non devo impararmi lo Sloveno per sapere cosa c'è nei biscotti che compro alla Lidl.


    Piuttosto mi sembra assurdo che questo obbligo ricada sul rivenditore finale e non sull'importatore. Siamo sicuri ?
    Non sono espero in materia, ma ho trovato questo articolo che cita una sentenza.

    www.newsfood.com/q/127f3c06/etichet...perto-risponde/

    Così la Corte di Cassazione (n. 6323 del 26.3.99):
    "quando un prodotto alimentare sia confezionato all'estero e provenga da un produttore straniero non soggetto alla legge penale italiana, a carico dell'importatore è posta una responsabilità molto più specifica di quella del commerciante al dettaglio. Infatti, l'importatore deve accertare la rispondenza alla normativa sanitaria dei prodotti con controlli non soltanto formali ed esterni, ma tali da garantire la qualità del prodotto anche se importato in confezioni originali."
    Se, quindi, l'importatore deve accertarsi della rispondenza alla normativa sanitaria, a maggior ragione a lui spetta di garantire la corretta etichettatura dei prodotti. Poiché è lei l'importatore per l'Italia, a lei compete l'obbligo di sovraetichettare."


    CITAZIONE
    La vedo un po' dura cambiare distributore visto che la maggior parte delle referenze estere sono concentrate in soli due aziende

    Se tutti i clienti italiani si rifiutassero di acqusitare dall'importatore i prodotti privi di etichetta in italiano, l'importatore si troverebbe davanti a due scelte
    - mettere lui l'etichetta e continuare a venderle
    - bersi lui le birre anzichè venderle


    CITAZIONE
    - non si possono vendere birre scadute

    Pensa che tristezza.... visita della finanza in uno di quei pub/negozi che hanno la selezione "vintage"; sequestro e distruzione di tutto...

    Più che altro, al di là delle diverse capacità d'invecchiamento, mi chiedo perchè sulla birra deve esserci la data di scadenza e sul vino no. Di nuovo sono assolutamente ignorante in materia. Qualcuno ne sa qualcosa ?

    Come consumatore m'interesserebbe più sapere la data d'imbottigliamento che la scadenza, e non sempre è facile decifrarla dal lotto di produzione indicato (se indicato).
     
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  9. filippo.garavaglia
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    basta vendere il vintage "per la confezione", così come su ebay si vendono gli alcolici.
     
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  10. socc'mel
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    "ci hanno detto di ritenerci fortunati che hanno deciso di non sequestrare tutte le bottiglie non ritenute a norma"

    Dopo che ti si inculano dovresti pure ringraziarli perchè potevano incularti ancora di più
    Spero che i loro figli possano incontrare, sempre ed ovunque, persone come loro lungo la strada
     
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  11. FaÜ
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    quindi il risultato di ciò è che potremmo non vedere più molti dei nordici e degli americani?
    Dando un occhiata ad alcune delle bottiglie che mi ritrovo, noto che da the bruery, portbrewing/lostabbey e oerbier reserva(non ricordo come sia la situazione sulle bottiglie standard) mancano sia data di scadenza che qualsiasi dicitura in italiano.
     
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  12. ]3lizzard
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    ma solo io non ci vedo il problema?

    etichette-adesive-personalizzate

    Alcuni importatori lo fanno da sempre.
     
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  13. filippo.garavaglia
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    blizzard non capisci un belino, etichettare il prodotto significa assumersene la responsabilità legale sul contenuto dell'etichetta.
     
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  14. ]3lizzard
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    CITAZIONE (filippo.garavaglia @ 10/4/2013, 18:17) 
    blizzard non capisci un belino, etichettare il prodotto significa assumersene la responsabilità legale sul contenuto dell'etichetta.

    Immagino sia così.
    Ma intendevo i distributori più che altro.

    Poi a male estremi...
    Non penso ci si possa sbagliare di molto.
     
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  15. ilsilenzio
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    CITAZIONE (]3lizzard @ 10/4/2013, 18:20) 
    Poi a male estremi...
    Non penso ci si possa sbagliare di molto.

    purtoppo la questione è un attimo più delicata.
    il "non sbagliare di molto" per le normative non ha un gran significato. o è a norma o non è a norma, e in quest'ultimo caso scattano le sanzioni.


    non so se con una generica etichetta "contiene acqua, malto d'orzo, luppolo, lievito" te la riesci a cavare sempre e comunque.
     
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128 replies since 9/4/2013, 21:56   5380 views
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