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Il Bruce.
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Il distributore non può vendere birre prive di una corretta etichettatura, può eventualmente fornire un'etichettatura integrativa che renda il prodotto conforme alle leggi nazionali (che poi il dettagliante deve apporre sulle bottiglie), ma differentemente non può venderle (anche perché deve essere indicata la data di scadenza oltre a tutto il resto). In genere si chiama responsabilità solidale. . -
Lilà Petta.
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Salve a tutti,
ci sono novità a riguardo?
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filippo.garavaglia.
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io so solo che ora ti riempiono di etichette e lasciano a te l'onere . -
ilsilenzio.
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Riesumo questo, anche se non c'entra completamente.
Bravo a metà Regalli che si fa mettere l'italiano in etichetta da Smuttynose, includendo anche il suo nome.
Il retro etichetta riporta "consumare pref. entro: vedi data sulla bottiglia".
Peccato che sulla bottiglia ci sia la data d'imbottigliamento…
Praticamente le birre appena arrivate sembrerebbero già scadute 3-4 mesi fa.
Una manna per la finanza se volesse multare chi le vende.
Vagli a spiegare che "no, è un errore"...
Complimenti
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Brutto ceffo.
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CITAZIONE (La Babysitter @ 16/4/2013, 12:42)Io odio lo spunding.
So di arrivare fuori tempo massimo, all'epoca sta cosa mi era sfuggita, ma una frase del genere detta da una persona che si occupa di produrre birra è da far cadere le braccia e non solo quelle.
In pratica stai affermando che odi il metodo classico e largamente più diffuso al mondo di produrre birra. Il metodo anglosassone (priming) è una semplificazione controproducente dello stesso. Basterebbe conoscere il comportamento del lievito o i processi di fermentazione e maturazione, per rendersi conto di aver detto una corazzata kotiomkin.
Ora non mi stupisco più del fatto che credi che i birrifici tedeschi lavorino col krausening. Roba de mat.. -
Tyrser.
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mynameisvladimir.
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CITAZIONE (La Babysitter @ 16/4/2013, 12:42)Io odio lo spunding.
So di arrivare fuori tempo massimo, all'epoca sta cosa mi era sfuggita, ma una frase del genere detta da una persona che si occupa di produrre birra è da far cadere le braccia e non solo quelle.
In pratica stai affermando che odi il metodo classico e largamente più diffuso al mondo di produrre birra. Il metodo anglosassone (priming) è una semplificazione controproducente dello stesso. Basterebbe conoscere il comportamento del lievito o i processi di fermentazione e maturazione, per rendersi conto di aver detto una corazzata kotiomkin.
Ora non mi stupisco più del fatto che credi che i birrifici tedeschi lavorino col krausening. Roba de mat.
Io preferisco il bukkake.. -
Brutto ceffo.
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CITAZIONE (mynameisvladimir @ 21/5/2015, 17:27)So di arrivare fuori tempo massimo, all'epoca sta cosa mi era sfuggita, ma una frase del genere detta da una persona che si occupa di produrre birra è da far cadere le braccia e non solo quelle.
In pratica stai affermando che odi il metodo classico e largamente più diffuso al mondo di produrre birra. Il metodo anglosassone (priming) è una semplificazione controproducente dello stesso. Basterebbe conoscere il comportamento del lievito o i processi di fermentazione e maturazione, per rendersi conto di aver detto una corazzata kotiomkin.
Ora non mi stupisco più del fatto che credi che i birrifici tedeschi lavorino col krausening. Roba de mat.
Io preferisco il bukkake.
Tu per tua natura preferisce cose che per altri sono decisamente inaccettabili, ma ognuno è bello a mamma sua.. -
Manuel Made in Belgium.
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Io e mia moglie abbiamo un beershop, Made in Belgium, in brianza, con importazione diretta dal Belgio. A parte qualche birrificio storico che vende parecchio anche in Italia, i piu' piccoli vanno tutti etichettati con traduzione in italiano. Basta una semplice etichetta sul fondo bottiglia. Questo x quanto riguarda la vendita al dettaglio, se vendiamo ad un ristorante/pub o altro spettera' a lui esporre l'etichetta in italiano. .