Il Barbiere della Birra

SULLA SEDIA DEL BARBIERE: TEO MUSSODENTRO IL SUCCESSO BALADIN

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    Discepolo di Kuaska

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    Tasso alcolemico
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    La mia domanda è molto stupida: poteva Teo Musso diventare ciò che è continuando a fare buone birre? La risposta credo sia "assolutamente sì", ma non era necessario.

    Gli altri che fanno ottime birre, potranno (o potevano) diventare Teo Musso? Manco col cazzo.

    Quindi il successo di Teo Musso con il prodotto birra non c'entra una mazza.
    Mi chiedo quando ci possano guadagnare gli altri dal suo successo, secondo me poco o nulla. Anzi, molti che bevono Baladin continueranno a bere solo Baladin.
     
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  2. Il Sarto di Ulm
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    Davvero un'analisi dettagliata, acuta e ben scritta, complimenti Norby.

    Mi sono chiesto diverse volte, infatti, perché Baladin non facesse mai birre "di moda" (esclusa la "deriva delle botti", che è però una nicchia al quadrato) e tu hai dato la risposta giusta: perché il target non sono gli appassionati della prima ora e i birramaniaci come noi ma il grande pubblico, che solo ora comincia lentamente a sentire un lontano vociare di birra artigianale e/o "di qualità".
    Lo stesso target, insomma, che Carlsberg insegue con le due birre della nuova linea Angelo Poretti (la Pale Ale e la Brown Ale), non vendute al supermercato e nei negozi dei cinesi ma solo in "bar, ristoranti e locali selezionati", come un ambizioso "eno bistrot" che ha appena aperto nella mia città e propone, come referenze brassicole, proprio le due Poretti De Luxe, incassando anche il plauso del critico gastronomico del quotidiano locale, che ritiene così il mondo birrario "ottimamente rappresentato".
    Ora capisco anche perché, nell'opuscolo delle due Poretti Chic destinato agli esercenti, che un distributore mi fece vedere in anteprima nel febbraio scorso, c'è un intero capitolo che spiega come la Pale Ale e la Brown Ale di Induno Olona non debbano essere chiamate "artigianali" perché "la birra artigianale non esiste, non essendo codificato in alcun modo il criterio con cui definirla come tale".
    Il sottotitolo è: caro barista, quando arriverà qualche distributore di un birrificio piemontese dalla grafica accattivante che vanterà le doti della "birra artigianale" diffida di lui perché sta cercando di venderti aria fritta come il Frate Cipolla di Boccaccio.
    Teo, forse, se la dovrà vedere a breve con un ben pericoloso avversario: le industriali travestite da "tradizionali" e "di qualità" che tolgono terreno sotto ai piedi alle nebulose "artigianali", un fenomeno che in alcuni Paesi come la Nuova Zelanda, il Portogallo e Germania (i birrifici "artigianali" creati da Bitburger e non solo) è già in corso da diversi anni.

    Anch'io mi sono fatto la stessa domanda di Tyrser circa il tuo livello di conoscenza personale con Teo, dal momento però che io (a differenza di Tyrser) non lo conosco per nulla e non ci ho mai parlato, non saprei sicuramente aggiungere elementi significativi alla tua indagine, posso solo dire che, a livello epidermico e di empatia spicciola, non mi è antipatico e la sua storia, per quanto la conosco da fonti pubbliche, mi sembra parli di un uomo sicuramente ambizioso e determinato ma sostanzialmente corretto, e questo marca già una differenza di non poco conto rispetto a tanti imprenditori (o semplicemente "prenditori") sulla cresta dell'onda nel nostro Paese.

    L'idea del reality in realtà è già venuta a qualcuno (e sto parlando di un "pro"), se non ricordo male al termine di una cieca in un malfamato locale milanese...:-)

    P.S: straquoto, ovviamente, il passaggio sull'inesistenza di una critica birraria, tanto che non appena appare qualche strumento o prodotto editoriale che usa per qualche locale o birrificio toni meno che incensatori, c'è subito qualcuno che strepita per lesa maestà (specifico che non sto parlando di Polli, con cui ci si è simpaticamente chiariti) e addirittura minaccia di andare per tribunali.

    Edited by Il Sarto di Ulm - 18/9/2014, 19:45
     
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  3. Sutter Cane
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    CITAZIONE (Tyrser @ 18/9/2014, 14:57) 
    Premetto che io ci metterei nome e cognome perchè questo scritto verrà saccheggiato per anni,

    Se lo cagheranno in 4... voi.
    Comunque lo sanno tutti che il mio vero nome è Aieie Brazo

    CITAZIONE (Tyrser @ 18/9/2014, 14:57) 
    dico la mia su una cosa: Baladin ha creato uno "stile birrario" che pesantemente influenzato tutto il Piemonte: ad esempio ci sono un sacco di "forti e dolci" come la Super a catalogo. Come Ago da noi ha tracciato la strada delle "chiare amare da quantità d'ispirazione tedesca ma moderna" .
    Certo, mi puoi obbiettare che sono semplici selezioni naturali: a Cuneo bevevano quello e se lui avesse fatto solo Pils e Schwarz avrebbe cappottato in un anno.
    Inoltre Teo! è stato il primo a voler pesantemente puntare sulla bottiglia personalizzata da 75, sulla ristorazione, sui 10 sacchi a boccia.
    Sembra una stupidaggine, ma prima questa cosa non esisteva. Ci saremmo arrivati, sicuramente. Ma come il primo che scopre una nuova specie le da il nome, così ,imho, il padre di questa strategia comemrciale è lui.

    Vero. Sul fatto che abbia fatto e continui a fare scuola ci sono pochi dubbi, come ho più volte sottolineato. Che poi siano innovazioni positive per il consumatore è tutto un altro discorso.

    CITAZIONE (Tyrser @ 18/9/2014, 14:57) 
    ps
    Chiudo con una domanda: quante volte hai parlato con Teo? Quanto lo conosci? So che un ingegnere legge i numeri e non la filosofia, ma volevo capire quanto da te scritto si basasse anche su esperienze personali.

    Una volta abbiamo fatto del petting al buio ma eravamo ubriachi ed entrambi pensavamo che l'altro fosse Kuaska.

    Per il resto non ci ho mai parlato di persona e niente di quello che ho scritto si basa su rapporti personali (inesistenti).
    Fossi stato intimo con Teo probabilmente non avrei scritto le stesse cose.
    Dubito comunque che una maggiore confidenza mi avrebbe aiutato ad andare più vicino alla realtà, anzi, in genere l'affetto distorce le percezioni, nei numeri c'è sempre la verità, se li sai leggere.
    Il problema è che io come ingegnere sono una sega.

    CITAZIONE (Tyrser @ 18/9/2014, 14:57) 
    PPS
    La colpa principale di Teo è, per me, il TeKu, che per me sta, nella mia classifica degli odi industriali, subito dopo la plastica che avvolge i prodotti: tipo quella dei CD o quella "dura" di tutti gli accesori elettronici.

    Dal punto di vista commerciale il TeKu è una bomba pazzesca. Un'idea geniale, realizzata e promossa alla grande.
     
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  4. Scauca
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    Complimenti per la voglia di mettersi a scrivere tutta sta roba! Il tema è molto interessante soprattutto per capire da che parte andrà il movimento in generale.
    Io, che sono entrato in sto mondo parlando male di Baladin mentre qualcuno ne cantava lodi appassionate, ho sempre avuto dei sentimenti contrastanti nei loro confronti.

    Fatto sta che Sabato ad un matrimonio ho bevuto una magnum di Super. La birra era davvero ingiudicabile. Penso che un diabetico potrebbe morirne solo tenendo in mano il bicchiere. L'etichetta però era personalizzata e diceva: "C. & C. Oggi sposi auguri da birra Baladin" o qualcosa del genere. Che la birra fosse imbevibile ce ne siamo accorti in pochi, tutti gli altri hanno smattato per l'etichetta.
     
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  5. Tuddu
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    Baladin ha un grosso problema, che sarà costretto ad affrontare, prima o poi. I prezzi sono da artigianali duri e puri, la qualità no. Il suo target è il grosso pubblico, ma il grosso pubblico tornerà sempre all'ovile dell'industriale, vista la differenza di prezzo litro. Ma pure io tra una Nazionale a 8 euro (da 75) e una Bavaria a 90 centesimi (da 66) sceglierei la seconda. Alla fine i ciucci carichi di soldi, come li chiama mia nonna, che spendono tanto solo per il nome e l'immagine, non sono così tanti.
     
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  6. rampollo
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    Penso che molti di noi , me compreso , siamo arrivati troppo tardi e quindi stentiamo a capire fino in fondo questa persona.
    Se ci aggiungi che chi , tra gli appassionati , puo' permettersi di dargli del tu sono proprio quelli della "vecchia" , allora il cerchio si chiude.
    Io non lo conosco , detesto certe sue trovate e spesso e volentieri scanso le sue birre , ma dopo aver letto la sua biografia (che consiglio a tutti , ma a tutti) lo vedo davvero sotto un altro aspetto , o meglio , lo vedo per quello che è : un uomo vincente , e non solo per il business che è riuscito a costruire attorno al marchio Baladin.
     
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  7. BeerSheriff
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    io sono uno della vecchia però, forse per carattere, non l'ho mai riverito e tantomeno oggi mi accodo alle facili criticherie. non andavo in pellegrinaggio durante la preistoria birraria a Piozzo (ovvio, ci sono stato) né andavo a farmi impartire la benedizione e fare comunella nei vari festival e incontri che organizzava. non ho mai avuto in fondo una vera posizione né di antipatia né di simpatia verso Teo!. addirittura, quando era ancora Teo senza il punto esclamativo, ricordo un Salone del Gusto tipo 2001 o 2002 in cui insieme a un mio amico carogna gli tesi un'imboscata al suo stand: il mio amico l'ha solleticato su qualche polemica che avevo imbastito sul newsgroup, lui, che notoriamente non legge il web, sapeva ovviamente tutto e si è lanciato in una filippica contro questi che parlano senza sapere un accidente. a quel punto ho alzato la mano e gli ho detto: va che sono stato io. beh, è impallidito, mi ha fatto fare una verticale di Xyaoyu compresa la Xyaomei (o come si scrive) e mi ha detto scegli una fra oro argento e rame che te la regalo (ovviamente presi la argento). la prima prestigiosa tacca della mia carriera. questo per dire che lui è così come in questo siparietto, e in fondo così è rimasto

    secondo me per trarre un giudizio su Teo! e la sua attività non è necessario essere suo compagno di merende, anzi ciò può essere altamente dannoso. è ovviamente una prospettiva in più, ma per l'italiota medio reverente spesso finisce per oscurare altre prospettive tipo quelle di Norby che restano ugualmente valide. certo, conoscerlo può sfatare qualche presunzione sbagliata

    io anche oggi non ritengo di essere un teomussiano né uno dei suoi scudieri. quando ho voluto cercare di coinvolgerlo in una mia iniziativa, pur avendo il suo numero (ovviamente ha un numero di cellulare di 6 cifre e non di 7 come tutti i comuni mortali), ho pensato che se lo avessi contattato direttamente per telefono con tutto il circo che gli gira attorno ci avrebbe messo mezz'ora per capire chi ero prima di fingere di avere capito, così sono andato per interposta persona, persona che in sostanza dopo avermi fatto perdere due settimane di tempo mi ha detto di chiamarlo. contattato in un momento in cui peraltro era impicciato sul serio, non solo sapeva benissimo chi ero, ma è stato gentilissimo, serissimo, disponibilissimo e mi ha fatto arrivare a casa un bancaletto con 18 bottiglie di Xyaoyu. so per certo che in manifestazioni ben più prestigiose del laboratorio che ho organizzato io alla fine non ha fatto mandare manco 3 cartoni di Wayan. io l'ho letto come un gesto di rispetto non verso me che non sono un cazzo di nessuno, ma verso l'epoca eroica della birra italiana. è una finezza che non hanno in molti e mi ha stupito vederla manifestata alla massima potenza dal n° 1, quello che potrebbe sbattersene le palle ampiamente e quello che tutti oggi dipingono come uno che ha venduto l'anima al diavolo

    quando ho recensito quella birra galattica che è la X-Fumè gli ho dato 10 ma nel testo non ho risparmiato le mie solite frecciate da malefico, cosa che presumo ha impedito la possibilità ai vari canali social aziendali di rimbalzarla. sono sicuro che se ricapita me ne rimanda una altro bancaletto

    questo per dire: pensate all'altro padre nobile dei birrifici italiani e non fatemi rivangare la solita storia

    delle birre attuali di Teo! si può dire quello che c'è da dire ed è giusto randellarle se fanno pena (io non le bevo mai). sono cambiate loro e siamo cambiati noi. ma lui è semplicemente più intelligente e più carismatico degli altri e questo credo abbia contribuito più ancora delle sue doti imprenditoriali (anzi, queste sono proprio doti imprenditoriali)
     
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  8. Celo1000
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    Tutto ciò, quindi, per capire che l'unico nel mondo birrario che conta più di Teo è Ricci. :P :P :P
     
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  9. BeerSheriff
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    CITAZIONE (Celo1000 @ 18/9/2014, 20:54) 
    Tutto ciò, quindi, per capire che l'unico nel mondo birrario che conta più di Teo è Ricci. :P :P :P

    fai dei sillogismi piuttosto curiosi, per usare un eufemismo...

    Giacu si farà il pediluvio di Xyao. io ti porto la mia esperienza di ousider del baladenianesimo, qualche altro dinosauro ti potrà confermare che non sono mai stato alla sua mensa a suonare il mandolino, eppure ho avuto da lui una risposta che mi ha stupito. ovvio che a lui non costava un cazzo, ma a Taste Milano 4 cartoni di roba base non gliel'ha mandata a quanto risulta dai miei faldoni. fatti una domanda: smuove di più il Ricci a Genova davanti a 8 persone (di cui la metà enosnob) o Taste?
     
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  10. Celo1000
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    Ma sì, dai, ho messo anche le faccine per far capire che avevo un tono disteso e scherzoso... ;)
     
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  11. rampollo
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    Scusa ma in otto + 1 ve le siete bevute tutte?
    Abbi un gesto di compassione.
     
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  12. BeerSheriff
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    CITAZIONE (rampollo @ 18/9/2014, 22:02) 
    Scusa ma in otto + 1 ve le siete bevute tutte?
    Abbi un gesto di compassione.

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    CITAZIONE (rampollo @ 18/9/2014, 22:02) 
    Scusa ma in otto + 1 ve le siete bevute tutte?

    hamsik
     
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  14. Schigi
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    Do del tu a Teo e l'ho conosciuto nel 1999.
    Conoscerlo è fondamentale per capire il suo successo.
    Teo è molto generoso innanzitutto, ed è questo il vero segreto del suo successo, coinvolgere le persone senza fare calcoli(o senza farne troppi
    ;-) )
    Credo che la generosità sia così smaccatamente un tratto fondamentale del suo carattere che venga spesso fraintesa e qualche volta si trasformi in difetto.
    Dovreste conoscere la storia personale di uno dei suoi più importanti collaboratori attuali (Islaz) e sapere come è arrivato a Piozzo, per afferrare in po' di questa generosità.
    Sapere un po' del suo rapporto con K. aiuta ancora in questo senso (odio il TeKu, ma K. ci vive e molti colleghi di Teo avrebbero risolto la consulenza con una stretta di mano e qualche centinaio di euro).
    Ne ho mille di aneddoti e ricordi.
    E la passione che trasuda, quando parla all'ultimo degli homebrewer di una sua birra ha la stessa scintilla negli occhi che ha in un'intervista importante.
    Insomma, non ne sono innamorato, ma Teo è una delle due tre persone che è valsa veramente la pena di conoscere in questi anni di mie frequentazioni birrarie.
     
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  15. Il Sarto di Ulm
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    CITAZIONE (Scauca @ 18/9/2014, 18:03) 
    Fatto sta che Sabato ad un matrimonio ho bevuto una magnum di Super. La birra era davvero ingiudicabile. Penso che un diabetico potrebbe morirne solo tenendo in mano il bicchiere. L'etichetta però era personalizzata e diceva: "C. & C. Oggi sposi auguri da birra Baladin" o qualcosa del genere. Che la birra fosse imbevibile ce ne siamo accorti in pochi, tutti gli altri hanno smattato per l'etichetta.

    Quasi due anni fa, per un altro matrimonio (il mio) hanno fatto la stessa cosa Montegioco con due salmanazar di Bran e Endorama con una magnum di Vermillon.
    E le birre erano pure buone.
     
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73 replies since 18/9/2014, 13:05   5,750 views
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