Il Barbiere della Birra

  1. SULLA SEDIA DEI BARBIERI: KUASKA
    ARTICOLO COLLETTIVO - IN REGALO UNO STREPITOSO GIUOCO DA TAVOLO!

    AvatarBy Sutter Cane il 24 Nov. 2014
     
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    Non esiste Kuaska, esistono i Kuaski [S. Ricci]
    Lorenzo, toccati gli zebedei! [D. Terziotti]

    Degustazione-2007-Kuaksa-Lorenzo-Dabove

    INTRODUZIONE

    Perchè scrivere di Kuaska sul “Barbiere della Birra”?
    Domanda idiota. Sarebbe come chiedere a un giornalista musicale perchè occuparsi di Vasco Rossi, a un critico cinematografico il motivo di un articolo su Benigni o a un teologo perchè tutto questo interesse per il Papa (stavo per scrivere Gesù ma per arrivare a tanto aspettiamo la trasformazione dell’ acqua in Lambic al matrimonio di Zoe).
    Semplicissimo.
    Almeno nel nostro paese, ma non solo, non ha senso nemmeno iniziare a parlare di birra artigianale senza citare innanzitutto Lorenzo DaBove: in un modo o nell’altro la colpa di questo fenomeno è tutta sua (anche se in effetti si è auto-incolpato un tizio di Piozzo: si trattava chiaramente di un mitomane).
    Inspiegabilmente (o forse no) finora nessuno si era ancora cimentato in una disquisizione specifica sul personaggio Kuaska e questa era una lacuna enorme che prima o poi bisognava superare.
    E il modo migliore, a mio parere, era farlo tramite un articolo a più mani in cui i partecipanti, ognuno con la sua personale e soggettiva visione dell’uomo, contribuissero a creare un mosaico che ne potesse descrivere, una volta completato, un profilo più completo, sincero e interessante della somma delle parti.
    Auspicavo inoltre che questa visione d’insieme riuscisse a superare quell’aura quasi sacrale che il personaggio di Kuaska sembra, ormai sempre più spesso, proiettare.
    Un’aura, anzi, un’aureola, sicuramente guadagnata con merito in anni di proselitismo profano per l’italia e il mondo, dedicato a cercare di convertire i seguaci di Bacco in apostoli di Ninkasi.
    Un’aureola che credo però tutto sommato ben poco si confaccia alla persona, ben più a suo agio nel ruolo di divulgatore, showman e artista della birra piuttosto che in quelli di profeta, santone e salvatore di anime sobrie.
    Mi sarebbe piaciuto molto quindi, grazie al contributo collettivo di tanti punti di vista differenti e magari anche in contrasto tra loro, ma tutti sinceri, liberi e disinteressati, come quelli di chi ha poi effettivamente contribuito all’articolo, riuscire a ricondurre kuaska alla dimensione che gli è più consona, che gli si addice e che ci piace di più.
    Quella Terrena.
    Una dimensione complessa, poliedrica, impegnativa, esilarante, preziosa, genialoide, etc, etc... ma profondamente terrena.
    Penso che il risultato sia stato, almeno parzialmente, conseguito.
    E’ vero, questa iniziativa, che ritenevo poter essere interessante, divertente e poco impegnativa, ha riscosso meno riscontri e adesioni di quante me ne sarei aspettate.
    Poche ma buone, anzi, ottime, ma comunque meno rispetto a quelle che pensavo potessero essere attratte delle potenzialità del progetto.
    Credo che sia stato proprio l’alone di sacralità di cui parlavo a fare, almeno in parte, da deterrente.
    Chi letteralmente adora Lorenzo (e sono tanti) probabilmente non si è sentito ancora degno di nominarne il nome invano, i (pochi?) detrattori avranno invece riflettuto sul fatto che fosse meglio evitare problemi e possibili scomuniche e continuare eventualmente a dissentire nell’ombra.
    Qualcun’altro avrà invece pensato che la discussione potesse sfociare nell’idealizzazione del personaggio, nel santino, nel coccodrillo da necrologio.
    Il rischio c’era.
    Immagino però che anche in tale evenienza chiunque, Lorenzo compreso, preferirebbe ricevere belle parole e attestati di apprezzamento e stima finchè è ancora vivo, vegeto e in ottima salute piuttosto che posticiparli in un (lontanissimo) futuro quando sarà ormai divenuto, come tutti noi, cibo per vermi alcolizzati.
    Beh forse non aveva tutti i torti chi ha suggerito al nostro di fare qualche scongiuro.
    Che dire: Lorenzo, usa pure la mano sinistra per tastarti senza ritegno mentre leggi i ricordi e le riflessioni che alcuni dei più intelligenti e coraggiosi dei tuoi amici hanno voluto dedicarti, ma la destra usala per brindare con noi.
    Salute.

    Sutter Cane alias Norberto Capriata (esploratore di vicoli ciechi, guidatore contromano, ordigno inesploso)

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    Ho conosciuto Lorenzo di persona a un corso Ub a Mantova nel 2004 e poi nel mio brewpub a Bologna, ma avevo chattato con lui su hobbybirra anni prima, quando conduceva delle degustazioni in chat. Mi ricordo che una sera la birra era la Duvel e intervenni dicendo: "non è troppo amara?" E lui: "Monkey, l'amaro è un elemento molto distintivo per le birre buone, sappilo".
    Secondo episodio: Birra dell'Anno 2008. Mia prima coorganizzazione e ultima presenza di K. Serviamo le birre di una particolare categoria e una viene cassata dai giudici. A bocce ferme Lorenzo perde le staffe, accusando un tavolo intero di giurati di non avere capito niente di quella birra. Francamente: uno spettacolo. Nello stesso evento chiese a me e Francesco Mancini, che assieme a Carlo Canegallo era il fulcro organizzativo del concorso, se doveva mettersi camicia nera e cimentarsi nel passo dell'oca, viste le troppe esigenze che avevamo manifestato. Lì per lì mi sono quasi offeso, poi ho riso per un bel po': anche adesso a dire il vero.

    Monkeybibo alias Simone Monetti (Vittima della teoria del caos, trapezzista senza rete, N.1 del Gruppo TNT )

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    Io sono una birrofila italiana un po' anomala.
    I miei primi mentori in Italia sono stati Agostino Arioli e Paolo Polli- gli antipodi.
    Dal momento in cui ho capito che la birra mi interessava a quando sono partita per gli UK sono passati meno di sei mesi.
    Quindi della scena italiana non conoscevo praticamente nessuno, menche' meno Kuaska.
    Penso di averlo visto la prima volta a San Diego, al WBC 2012. La mia natura di rifiutare le autorita' me lo ha fatto evitare per un po'. Tutti ne parlavano e io tendo a snobbare le figure forti.
    Ma come si fa a non essere travolti dall'energia e dagli anneddoti? Dai racconti della sua memoria storica, la conoscenza e il coraggio?
    Era il capitano del tavolo che ha dato l'oro alla mia birra.
    Ma prima di questo e' una delle poche persone che ha l'empatia di capire le scelte e quando ti vede, ti chiede-come prima cosa- se sei felice.

    La Badante alias Giada Maria Simioni (Cervella in fuga, miracolo Italiano, sorella ideale)

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    kuaskajackson

    Ho incontrato per la prima volta Kuaska in Svizzera.
    Quasi natale, quasi Italia, quasi astemio.
    Presentazione di birre natalizie. Sento quest’uomo parlare di birra come mai.
    Sento per la prima volta del succo d’arancia, della birra che non esiste, vedo per la prima volta un tale sommelier rubato al vino.
    Quell’uomo, agitato e appassionato dice robe strane. Dice che la birra ha sentori di cioccolato, di caramello, di frutta rossa.
    Dai che provo, per me la birra era solo industriale, gialla e amara e ripugnante.
    Noel, Brighella, la Biplano di Natale. Birre forti, molto. Ma con un gusto. Buone, aspetta che provo pure quella.
    Ho assaggiato un po’ di birre. Ho ancora le bottiglie vuote in cantina. Volevo capire.
    Ma soprattutto la cosa mi piaceva. Ma senza di lui, senza Kuaska che parlava, senza Schigi che roteava il bicchiere, non avrei mai continuato.
    Per favore, non ditegli che la prima Gueuze l’ho sputata….

    Tyrser alias Marco Pion (Figura tridimensionale in tutte le sue manifestazioni, XXDrinker, cogito ergo sumo)

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    degus21q

    Sono entrato nel mondo della birra "buona" intorno al 1994-95, ma all'epoca non sapevo chi fosse Kuaska.
    Ho iniziato a scoprirlo con l'inzio degli anni 2000, soprattutto grazie al Salone del gusto, mentre la conoscenza personale è arrivata solo negli ultimi 2 anni. Ho una memoria pessima, ma credo di poter dire di aver scambiato due parole con lui verso la fine del 2012 e poi di essergli stato ufficialmente presentato da un amico comune all'inizio del 2013 durante un corso che tenne a Novara.
    Che dire?
    Grazie! Credo che la base non possa che essere questa; è esagerato dire che senza di lui non ci sarebbe tutto questo, ma non è fuori luogo pensare che le cose magari sarebbero un po' diverse.
    Avendolo conosciuto di persona da pochissimo, quando già il mio livello di conoscenza birraria era abbastanza alto, sicuramente non posso dire che abbia avuto su di me un impatto da mentore o cose simili, ma altrettanto sicuramente ammetto che ogni volta che c'è l'occasione di seguire una sua serata o addirittura di partecipare a uno dei suoi viaggi, lo faccio con estremo piacere.
    La sua capacità di divulgare, di intrattenere e di interessare è al momento inarrivabile. Ci sono personaggi più preparati tecnicamente o altri ancora pieni di aneddoti interessanti, ma la combinazione di elementi che fornisce Kuaska è al momento inarrivabile.
    Altro pregio che g.li riconosco è che, pur piacendosi molto e pur essendo molto consapevole del suo ruolo e della sua fama, è sempre molto disponibile a dialogare e soprattutto a incoraggiare chi ama la birra e dimostra di conoscerla e di voler continuare ad imparare.
    Senza andare a richiamare aneddoti specifici, a livello personale posso dire che in almeno un paio di occasioni, mi sono visto riconoscere da lui un ruolo che sinceramente non mi sento all'altezza di avere e questo mi ha reso discretamente orgoglioso.
    Se devo riconoscergli qualche difetto, che sicuramente c'è, una delle cose che mi disturbano un po' di più è quando eventi in cui lui è coinvolto o come coordinatore o come docente prevedono birre o birrifici del tutto inadeguati.
    Capisco che il suo ruolo trasversale lo metta nella posizione di dover e voler dare possibilità a tanti, ma mi piacerebbe se fosse un po' più cattivo e selettivo. Magari però ci vuole ancora qualche anno, poi potrà permettersi di adottare un approccio più da "grande vecchio" che fa e dice il cazzo che gli pare.
    Se devo citare un bel ricordo, pur avendo un arsenale limitato a cui attingere, andrei alla serata in cui, durante la cena di un viaggio in Belgio, mi ha investito del ruolo di selezionatore di birre dal frigo del Restobieres.

    Celo1000 alias Paolo Celoria (Mangiatore lento, mens sana in corpore sano, cellula dormiente)

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    Sarebbe troppo facile estrarre dal cilindro la solita elegia sul Kuaska divulgatore e convertitore di anime birrarie. Il più grande insegnamento a me lo diede ad un festival di Pasturana di molti anni fa. Fu un insegnamento involontario. Ero andato insieme ad un amico regista che progettava un documentario sul Lambic, che non fece mai, e li lasciai al tavolo a discutere per andare a prendere la mia prima birra. Appena tornai lui la afferrò, la assaggiò e sentenziò "Ah, è la Brune di Panil". Invece era la Sticher di Grado Plato... una birra piuttosto diversa. Nessuno l'aveva sfidato, nemmeno per gioco, ci provò lui di sua iniziativa. Chiunque sa quanto sia difficile (e velleitario) il riconoscimento alla cieca e una personalità birraria come la sua aveva solo da perdere in una sfida di quel tipo. Ne conosco di espertoni, non solo in campo birrario, che tastano bene il terreno prima di esprimersi alla cieca per non rimediare una figuraccia. Lui, magari trascinato da un certo narcisismo, non esitò comunque e si espose. Quel giorno, di fronte all'errore del numero uno, compresi l'importanza di volersi sempre mettere alla prova, a qualsiasi livello, e che l'apprendimento vero passa sempre attraverso il rischio di sbagliare, mettendoci la faccia, esponendo il fianco all'errore, ma dicendo sempre e comunque quello che si pensa pubblicamente. Per parafrasare il Kuaska poeta alieno che recitava "trovo solo conferme mentre avrei tanto bisogno di una smentita", sono proprio le smentite quelle che pongono nuovi interrogativi per continuare a crescere.

    Beer Sheriff alias Stefano Ricci (One-man-band, Sceriffo-Giudice-Giuria-Boia, talento veneziano)

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    kuaska

    Era qualche settimana fa , allo Zwanze Day al Dome.
    Si discuteva di chi , all’interno del mondo birrario italiano , si puo’ considerare “della vecchia” e chi invece ha ancora il biberon in mano.
    Frequento assiduamente gli eventi solo da sei o sette anni , ho iniziato a conoscere tante persone solo da quattro.
    Prima mi limitavo a viaggiare (tanto) all’estero , soprattutto nel Regno Unito , bere (tantissimo) in casa , frequentare (poco) i pub che si stavano affacciando in quegli anni nella scena artigianale italiana.
    Insomma , un anonimo nerd.
    Non c’era Facebook , ignoravo l’esistenza di HobbyBirra , ero come un satellite che girava intorno ad un grande pianeta affascinante ma tecnicamente ancora irraggiungibile.
    Tuttavia inciampai in un sito dalla grafica orrenda , pieno di informazioni e foto su questo signore genovese impazzito per il Belgio e che spesso indossava un’improbabile camicia bianca con delle piccole mucche nere.
    Foto di cafè belgi dove il tempo si era fermato , di cantine piene di ragnatele , di bottiglie con l’etichetta mangiata dagli anni : era il sito di Lorenzo Dabove , in arte Kuaska , degustatore di fama mondiale.
    Lo vidi in alcuni eventi minori , poi ebbi modo di parlarci di persona all’ultima edizione del Montebirra a Montegioco (Al) in cui , senza sapere minimamente chi fossi , mi circuì per venti minuti buoni disquisendo di come il salame piacentino non poteva mai essere buono come quello di S.Olcese oppure di quella che negli ultimi anni abbiamo conosciuto come Nicchia.
    Capirete , da buon piacentino punto sull’orgoglio , gli diedi del filo da torcere e venne siglato da Marco Caria della Publigiovane un sostanziale “pareggio” , dopodichè ricominciammo allegramente a bere Mummia come scaricatori di porto.
    Di Kuaska spesso la gente piu’ navigata non ama il ripetere dei suoi , come ama definirli lui stesso , “postulati”….tra i quali citiamo “La birra non esiste ma esistono le birre “ oppure “ la birra è il prolungamento della personalita’ del birraio “ ed il mio preferito “chi va ad un evento , poi va ad una degustazione , se torna anche al terzo evento è fottuto”.
    Ecco , a me ed a tanti altri è successo esattamente questo.
    Per capire veramente Lorenzo , probabilmente , sarei dovuto arrivare qualche anno prima , e fare i primissimi viaggi in Belgio dove conosce anche il cane del birraio (cit.) , o assistere alle prime degustazioni da carbonari veri con un manipolo di eroi e tanta diffidenza intorno.
    Ma di tempo ne ho , e ne abbiamo tutti , ancora.
    Sono convinto che abbia ancora tanto da dare al movimento

    Rampollo alias Alessandro Maggi (Esperto di cibo, indossatore di collari ortopedico-feticisti, untouchable)

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    Lorenzo o, come dicon tutti, Kuaska, non è colpevole del mio alcolismo e nemmeno della mia ossessione birraria, che nacque grazie a una Chimay Tappo Blu in una serata montana del 1994, ben dieci anni prima del mio incontro con lui.
    Non pesa sulle spalle del signor K. neanche la responsabilità di avermi dato i primi rudimenti di cultura brassicola, le prime basilari nozioni su storia, stili e tecniche di degustazione, le prime gocce di una tempesta che negli anni si è fatta sempre più fitta, con una sequela di ordini di libri birrari che mi faranno meritare, prima o poi, il privilegio di avere la mia foto appesa nell'ufficio del CEO di Amazon.
    Il mio primo “corso sulla birra” lo seguii infatti nella biblioteca di Macherio con Franco Re e alcuni esponenti del suo entourage, tra i quali un certo Paolo Ricci (cognome gravido di futuri sventurati incontri con loschi figuri lomellini, ma all'epoca non lo potevo sapere...): furono proprio loro a parlare di un tal Kuaska, appassionato conoscitore e brillante divulgatore del mondo birrario belga.
    Questo omaggio non mi fece ovviamente sospettare che tra Lorenzo e il povero Franco non corresse buon sangue e ciò offre uno spunto di riflessione: l'autorità di Kuaska in Italia è talmente decisiva e riconosciuta che nemmeno i suoi “nemici” possono evitare di parlare di lui, il secondo spunto è che spesso i suddetti “nemici” non sono fino in fondo consapevoli di esserlo o, se si preferisce, che Lorenzo li considera tali con molta più convinzione di quanto facciano loro nei suoi confronti.

    Il primo incontro avvenne nella saletta di degustazione del Mulligans Pub a Milano e fu una duplice folgorazione: la mia per la sua profonda e intima conoscenza dei birrai belgi e dei pionieri dell'artigianale italiana e, più ancora, per il suo stile oratorio brillante e istrionico, che nessun'altro divulgatore birrario italiano, almeno finora, può lontanamente emulare e la sua per la sciarpa della mia squadra del cuore che quella sera, come tutti i giorni in quegli ormai lontani anni da ultras, indossavo. Naturalmente avevamo e abbiamo la stessa squadra del cuore, il cui nome inizia con la lettera G, e questa fraternità sportiva ha da un lato favorito la nascita di una sincera amicizia che ha portato Lorenzo a presenziare addirittura al mio matrimonio (la sua risposta al mio invito fu “Ti sposi? Ma sei scemo? Naturalmente non posso mancare, con un regalo speciale”), dall'altro ha forse ostacolato possibili profonde conversazioni birrarie e, di conseguenza, la possibilità che il maestro potesse aumentare la sua stima professionale nei confronti di questo suo particolare allievo: ho il sospetto che, per l'uomo che vive degustando birre sognando di poter vivere un giorno facendo il poeta d'avanguardia, la vista del mio volto mandi un messaggio di relax che recita più o meno “oh, finalmente con lui non sono costretto a parlare di birre e posso parlare un po' di Genoa”, il che, il più delle volte, non corrisponde esattamente al mio desiderio, ma me ne sono da tempo fatto una ragione.

    Un'altra G che contraddistingue Lorenzo è senza dubbio la Generosità, intesa innanzitutto come generosità di sé, disponibilità a concedere se stesso e le sue competenze non solo agli amici e alla gente che conta, ma anche a qualunque neofita o appassionato del'ultima ora, con cui instaura immediatamente una cordiale confidenza empatica in grado di soprendere e spiazzare anche la persona più timida, diffidente e chiusa.
    Generosità è anche portare un intero pullman di sbevazzoni italiani a violare la riservatezza claustrale di Rochefort, sfruttando benevolmente la propria amicizia con il mastro birraio Gumer Santos. A questo proposito, penso di poter rivelare che la leggenda metropolitana dell'homebrewer che avrebbe fotografato la ricetta di una importante birra trappista, citata nell'articolo I nuovi mostri di Schigi, non è una leggenda ma un fatto avvenuto proprio in quell'occasione: correva l'anno 2007, la ricetta era su un foglietto stampato e appeso ad una parete piastrellata e l'intrepido fotografo era un Carlo “Zurgo” Franceschini ancora lungi dal diventare un “pro”.
    Per quanto riguarda me, oltre a tantissime conoscenze tecniche e storiche e alla sua impagabile amicizia, ciò che Lorenzo mi ha donato lo posso condensare nella consapevolezza di ciò che separa la birra e i suoi cultori dagli appassionati di qualunque altra bevanda alcolica o squisitezza gastronomica, vale a dire il micidiale potere socializzante del nettare spumoso e la rilassatezza e informalità che contraddistingue ogni consesso brassicolo, da cui discende l'inevitabile corollario che, se a una degustazione o a un evento birrario la gente non sta sorridendo, facendo conoscenza con il proprio vicino e brindando ripetutamente significa che quell'evento non sta funzionando come dovrebbe.
    Generosità è anche incapacità di negarsi per qualunque occasione ed evento e, di conseguenza, ciò si traduce nell disporre di poco tempo per sistematizzare e mettere nero su bianco la propria sapienza ed esperienza: nutro il vivo timore che il tanto atteso e auspicato suo libro non vedrà mai la luce e che chi verrà dopo si troverà a dover testimoniare la sua parabola per via indiretta, facendo di lui il Socrate del mondo birrario italiano (nella speranza che nessun homebrewer o neobirraio maldestro gli faccia bere della cicuta).

    C'è un'altra G che segna Lorenzo, ed è quella di Gioventù, che è una condizione esistenziale o, se preferite, uno stato mentale in cui il Nostro è avviluppato in vari modi: dimostra molti meno dei suoi anni, anche se puntualmente lamenta che le sue analisi cliniche denuncerebbero invece un'età ben più veneranda della reale, ma, altrettanto puntualmente, lo si vede sempre in forma e sorridente, utilizza costantemente un guardaroba da teenager e, come i giovanissimi, ha una concezione dualistica e manichea del mondo, della vita e delle persone.
    Bianco o nero (o meglio, rosso o blu), buoni o cattivi, bene o male: nella Weltanschaaung kuaskiana non c'è spazio per sfumature, mezze misure o miscugli più o meno accattivanti e gradevoli.
    Questa eterna giovinezza di spirito ha sicuramente contribuito in maniera determinante a conformare il Lorenzo che conosciamo e amiamo, con la sua affabilità, la sua perenne raggiungibilità e, giusto dirlo, il suo modo ingenuo e naïf di vivere l'inevitabile narcisismo connesso alla consapevolezza di essere il numero uno, il padre spirituale di un intero movimento nazionale e di ormai due generazioni di appassionati.
    Anche nel costruire il proprio monumento, come direbbe Ortega y Gasset, Kuaska è infatti molto istintivo e poco scafato: un freddo calcolo gli consiglierebbe di centellinare le presenze dal vivo e incrementare quelle mediatiche, pubblicare una valanga di manualetti divulgativi per i neofiti e spennare i nerd birrari organizzando corsi altamente specialistici a prezzi stellari.
    Lorenzo, invece, non fa nulla di tutto ciò e limita la propria autocelebrazione alla ormai più volte ripetuta leggenda circa l'investitura di un suo successore (che ancora non esiste per il semplice motivo che non esisterà mai, e le ragioni di ciò le vorrei approfondire in un apposito articolo), ad esercitare (assai di rado) la propria autorità con minacce di tono troppo adolescenziale per poter suscitare paura o ira nell'avversario del momento (vedi il “chi attacca Giacu dovrà vedersela con me” lanciato contro Bruno Carilli a proposito delle polemiche suscitate dalla selezione birraria italiana per il GBBF del 2012) o a sottolineare le proprie superiori competenze con battute pronunciate con un sorriso troppo largo per poter essere considerate un esercizio di superbia.
    “Ascoltate e leggete solo chi di birra ne capisce, ma in Italia chi ne capisce davvero? Quindi ascoltate e leggete solo me” è infatti il saluto con cui spesso conclude le sue serate, le quali, a seconda dell'estro del momento, a volte deragliano dai propri fini trasformandosi da degustazioni birrarie in qualcosa d'altro: happening d'arte concettuale, antologie di racconti di vita vissuta, apologie poetiche del Lambic e dei suoi produttori o, semplicemente, allegre baraonde.
    Il neofita, naturalmente, va a casa comunque soddisfatto e sicuramente più leggero e contento che se avesse dovuto sentire uno spiegone tecnico, l'aspirante esperto rompiballe di turno, invece, avrebbe magari gradito approfondire le sue conoscenze su attenuazione, esteri ed alcoli superiori ma i primi sono, giocoforza, sempre molto più numerosi dei secondi e tant'è...

    Chi è dunque, il mio Kuaska?
    Un uomo presente alla sua fragilità, direbbe Ungaretti, un vecchio amico che mi ha aperto gli occhi su ciò che la birra significa nella storia e nella vita quotidiana di tante persone (per prima la mia) e interi popoli, e ciò vale più di qualunque nozione tecnica.
    A la santé!, o come dice lui con i flauti da naso e le orecchie da alieno, Kalimasté! Vita lunga e prosperosa!

    Il Sarto di Ulm alias Simonmattia Riva (BierSommelier, Sinestetista, indossatore di baffi di tendenza)

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    I RITARDATARI:

    Pasturana 2004.....era già da un po' che sentivo parlare di questo "Kuaska", un degustatore di birra, anzi di birre, una figura per me mitologica ed inavvicinabile...e lì lo incontrai per la prima volta e timidamente provai a stargli vicino di tanto senza farmi notare e cercando di capire o intuire quello che diceva e spiegava di questo mondo fantastico delle birre a cui mi stavo avvicinando e che per me allora era limitato alla conoscenza di un birrificio di Piozzo e all'amicizia nata quell'anno con Sandro Merlano. Poi ci fu una serata di quelle che rimangono in testa e nel cuore...festa di San Patrizio all'Irish Pub di Genova, venerdì 17 marzo 2006: quasi per caso mi trovo allo stesso di tavolo di Kuaska e lì rimango affascinato dalle sue parole, dai suoi aneddoti, dalla passione che aveva in quello che stava dicendo e da quella sera sono rimasto con la voglia di bere una o più birre con lui, di viaggiare con lui, e di poter condividere emozioni legate alle birre e alle persone che fanno parte di questo mondo come birrai, publicans ed appassionati come me...

    Paolino78 alias Paolo Marchetti (consumatore consapevole, ma irresponsabile di birre...ma quelle buone!!!)

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    -Kuaska visto con gli occhi di un bambino -
    E' da Giugno 2010 che m'ha preso sto morbo per la birra e già dalle prime ricerche sull'internet son inevitabilmente incappato nel nome di k (che tral'altro, ne ignoro il motivo, io leggevo kuascka ).
    L ho sempre considerato il guru il mito ,nonostante qualcuno abbia provato a "sporcarne" l'idea che mi ero fatto di lui, sostenendo che in qualche modo avesse avuto a che fare con la morretti(cazzate credo/spero).
    Poi ho iniziato a presenziare a qualche evento (degustazioni di massa /concorsi hb)
    In cui k era padrone di casa e teneva in tiro un centinaio di persone col suo show...e vedevo la sua aura/aurea espandersi..
    Poi (pagando)ho avuto modo di "avvicinarlo",partendo dai corsi di degustazione fino ad arrivare ai3/4 giorni in Belgio un paio di settimane fa dove ho conosciuto il kuaska essere umano...
    Al corso di degustazione(dove non era l impianto ad essere sporco ma era il fusto, di un birrificio non italiano ,che era andato a male*)
    ad esempio ,dal punto di vista tecnico
    Mi aveva un po deluso ,ovviamente non per sue lacune ma perché ancora una volta era uscito il kuaska showman, pieno di aneddotti interessanti ma cazzo io volevo altro....
    Poi in Belgio dopo una partenza deludentissima dove la prima sera non c ha cagato pari le cose son decisamente migliorate.
    Due momenti topici:
    -da westvleteren con mamo a parlare di lambic dolci e cantillon.
    -da De dolle a parlare di figli(e qui forse era uscito di nuovo lo showman),di birrifici che si Stan sputtanando e di fusti che arrivano in Italia morti e sepolti.
    Insomma il "mio"kuaska
    e' diventato più umano,più vero(cit.)
    -Non ho scritto prima perché,come qualcuno ha gia detto,non frega un cazzo a nessuno cosa pensa di kuaska uno che l ha incrociato tre volte.
    -Ho scritto ora perché dopo il Belgio è stata la prima sera che ho bevuto qualcosa .
    E comunque voi siete voi e io non sono un cazzo ...

    *Grazie ancora

    DJANGO alias ? (Barbiere)

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    IN REGALO: il maraviglioso Giuoco del Bove!

    Rivivi le mitiche imprese di Lorenzo DaBove nel favoloso mondo della birra artigianale, affronta e sconfiggi gli altri concorrenti e diventa tu il solo ed unico EREDE DI KUASKA!


    Materiale necessario:

    • un cartoncino rigido di dimensioni almeno uguali a 2 fogli A3 affiancati lungo il lato maggiore
    • un cartoncino semi-rigido più piccolo, di dimensioni sufficienti per incollarvi i 6 giuocatori
    • 2 dadi
    • (opzionale) un foglio di plastica trasparente adesivo di dimensioni almeno uguali a 2 fogli A3 affiancati lungo il lato maggiore

    Istruzioni:

    • Scarica le 3 parti di cui si compone il giuoco (rispettivamente la parte destra del tabellone, la parte sinistra del tabellone e il file con le immagini dei giuocatori)
    http://i61.tinypic.com/4rz674.jpg
    http://i62.tinypic.com/2mh7igw.jpg
    http://i58.tinypic.com/a5gj07.png
    • Stampa tutto in formato A3 “full page”
    • Ritaglia e incolla le 2 parti del giuoco sul cartoncino rigido grande in modo tale che parte destra e parte sinistra combacino perfettamente ed elimina con la forbice le parti di cartoncino fuori dai bordi
    • (opzionale) Per un risultato migliore e più duraturo ricopri il tabellone con un un foglio di plastica trasparente adesivo sufficiente a coprirlo completamente e rifinisci il tutto con le forbici
    • Incolla la stampa contenente le immagini dei giuocatori sul cartoncino semi-rigido più piccolo, ritaglia i 6 giuocatori seguendo i bordi delle figure e piegali lungo le linee tratteggiate per crearne le basi di sostegno
    • Tira i dadi e segui le istruzioni riportate sulla base del tabellone

    Buon divertimento!

    Edited by Sutter Cane - 28/11/2014, 11:20
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Comments
  1. Celo1000
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    Tutti troppo buoni, dai... :P
     
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  2. Il Sarto di Ulm
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    Il gioco da tavolo e' semplicemente geniale, anche se Norby avrebbe dovuto fare anche la sua figurina.
    Scustumatu in tenuta azzurra sembra incredibilmente alla figurina di Beppe Signori ai tempi della Lazio, a Colonna scappera' una lacrimuccia
     
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  3. Schigi
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    Non c'era un articolo di Delusa?
     
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  4. BeerSheriff
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    CITAZIONE (Schigi @ 24/11/2014, 15:00) 
    Non c'era un articolo di Delusa?

    urca... chissà se qualcuno ha il backup
     
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    Ecco il giorno e l'occasione in cui l'ho conosciuto...

    www.atuttabirra.com/13dicembre00.htm
     
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  6. Anvil_
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    CITAZIONE (Il Sarto di Ulm @ 24/11/2014, 14:57) 
    Il gioco da tavolo e' semplicemente geniale

    .. sarebbe stato ancora più Daboviano se stampato in formati diversi in ordine casuale :D
     
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  7. Schigi
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    gioco, siete dei geni
     
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  8. rampollo
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    Ma quella storia di "chi attacca Giacu dovra' vedersela con me" mi sembrava fosse per la guida alle birre d'Italia , no?
     
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  9. Il Sarto di Ulm
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    CITAZIONE (rampollo @ 24/11/2014, 20:52) 
    Ma quella storia di "chi attacca Giacu dovra' vedersela con me" mi sembrava fosse per la guida alle birre d'Italia , no?

    No, ho controllato sulle vecchie discussioni di MoBi, era per il GBBF del 2012
     
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  10. de:La
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    mi metto nei guai.
    articolo abbastanza inutile, rispetto a quello precedente su teo musso, su cui tutti si sentono autorizzati a dire di tutto e di +, in questo vedo solo degli amici che tributano un amico e poco altro. Ma, come scritto, chi ha sassolini nelle scarpe non li tirerà fuori per paura o poca voglia di mettersi in discussioni imbarazzanti/scomode, quindi resta poco da dire.
    Kuaska è un grande, certamente, ma non è esente da "dark sides" e neppure santo e i suoi accordi col sistema mussiano li ha fatti anche lui, oppure mi viene in mente la degustazione della birra Malastrana, che non mi sembra tutta sta bontà artigianale.
    Il tutto ci stà, però se dovete fare un articolo, fatelo guardando sia i lati positivi che quelli negativi, altrimenti evitate l'argomento, quando si toccano certe figure, il rischio di scottarsi è alto.
     
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  11. Sutter Cane
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    CITAZIONE (de:La @ 25/11/2014, 10:26) 
    mi metto nei guai.
    articolo abbastanza inutile, rispetto a quello precedente su teo musso, su cui tutti si sentono autorizzati a dire di tutto e di +, in questo vedo solo degli amici che tributano un amico e poco altro. Ma, come scritto, chi ha sassolini nelle scarpe non li tirerà fuori per paura o poca voglia di mettersi in discussioni imbarazzanti/scomode, quindi resta poco da dire.
    Kuaska è un grande, certamente, ma non è esente da "dark sides" e neppure santo e i suoi accordi col sistema mussiano li ha fatti anche lui, oppure mi vienein mente la degustazione della birra Malastrana, che non mi sembra tutta sta bontà artigianale.
    Il tutto ci stà, però se dovete fare un articolo, fatelo guardando sia i lati positivi che quelli negativi, altrimenti evitate l'argomento, quando si toccano certe figure, il rischio di scottarsi è alto.

    Hai avuto 2 mesi per dare un contributo perchè l'articolo andasse anche nella direzione di cui parli. Tu e tutti gli altri che avrebbero potuto o voluto.
    Ora zitti. Cagasotto.
     
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  12. BeerSheriff
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    CITAZIONE (Sutter Cane @ 25/11/2014, 10:29) 
    CITAZIONE (de:La @ 25/11/2014, 10:26) 
    mi metto nei guai.
    articolo abbastanza inutile, rispetto a quello precedente su teo musso, su cui tutti si sentono autorizzati a dire di tutto e di +, in questo vedo solo degli amici che tributano un amico e poco altro. Ma, come scritto, chi ha sassolini nelle scarpe non li tirerà fuori per paura o poca voglia di mettersi in discussioni imbarazzanti/scomode, quindi resta poco da dire.
    Kuaska è un grande, certamente, ma non è esente da "dark sides" e neppure santo e i suoi accordi col sistema mussiano li ha fatti anche lui, oppure mi vienein mente la degustazione della birra Malastrana, che non mi sembra tutta sta bontà artigianale.
    Il tutto ci stà, però se dovete fare un articolo, fatelo guardando sia i lati positivi che quelli negativi, altrimenti evitate l'argomento, quando si toccano certe figure, il rischio di scottarsi è alto.

    Hai avuto 2 mesi per dare un contributo perchè l'articolo andasse anche nella direzione di cui parli. Tu e tutti gli altri che avrebbero potuto o voluto.
    Ora zitti. Cagasotto.

    quoto tutti e due
     
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  13. miglioramicodipolli
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    siccome siamo 2.0 si possono ancora aggiungere eh..
     
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  14. de:La
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    CITAZIONE (Sutter Cane @ 25/11/2014, 10:29) 
    CITAZIONE (de:La @ 25/11/2014, 10:26) 
    mi metto nei guai.
    articolo abbastanza inutile, rispetto a quello precedente su teo musso, su cui tutti si sentono autorizzati a dire di tutto e di +, in questo vedo solo degli amici che tributano un amico e poco altro. Ma, come scritto, chi ha sassolini nelle scarpe non li tirerà fuori per paura o poca voglia di mettersi in discussioni imbarazzanti/scomode, quindi resta poco da dire.
    Kuaska è un grande, certamente, ma non è esente da "dark sides" e neppure santo e i suoi accordi col sistema mussiano li ha fatti anche lui, oppure mi vienein mente la degustazione della birra Malastrana, che non mi sembra tutta sta bontà artigianale.
    Il tutto ci stà, però se dovete fare un articolo, fatelo guardando sia i lati positivi che quelli negativi, altrimenti evitate l'argomento, quando si toccano certe figure, il rischio di scottarsi è alto.

    Hai avuto 2 mesi per dare un contributo perchè l'articolo andasse anche nella direzione di cui parli. Tu e tutti gli altri che avrebbero potuto o voluto.
    Ora zitti. Cagasotto.

    hai scritto un articolo bellissimo su teo, riuscendo a identificare puntualmente luci e ombre del personaggio, quì vedo solo luci, l'argomento è spinoso ma se scegli di trattarlo mi aspetto che tu lo faccia con la puntualità e la correttezza che hai dimostrato di avere. Personalmente non mi oserei mai a scrivere cose sul signor Lorenzo DaBove ed inoltre non avrei neppure l'autorità per farlo.
    Qualche idea personale ce l'ho, tipo vedere una degustazione di 2 ore su Malastrana mi lascia perplesso ( il finale col battibecco sul jazz è epico) come anche il coinvoglimento con baladin e musso ed altre piccole cose, ma non sarò certo io a scalfire l'aurea di santità del personaggio. Mi piacerebbe sapere perchè Polli ci ha bisticciato, Franco Re non lo "amava particolarmente" e non sono gli unici due che mi vengono in mente.
     
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