Il Barbiere della Birra

Zoigl e una fetta di Baviera

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  1. Il Sarto di Ulm
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    La scelta per la vacanza solitaria che ogni anno mi concedo finita la stagione lavorativa quest'anno e' caduta sulla Baviera: l'obiettivo principale era raggiungere i villaggi delle Zoigl per l'Ausschank di inizio luglio, su questa base ho pianificato un itinerario che cercasse di conciliare bevute a pause culturali e che si focalizzasse in particolare su luoghi e birrifici a me sconosciuti, saltando a pie' pari Monaco e i suoi colossi.

    In linea di principio, “tradizione” e' la parola chiave di questa terra: i nuovi birrifici come Camba Bavaria che si lanciano in stili forestieri o libere interpretazioni e le sperimentazioni con stili inglesi e passaggi in botte compiute da produttori medi e medio grandi come Schneider o Schlossbrauerei Au-Hallertau sono le eccezioni, la regola e' la proposizione di stili tradizionali con pero' significative variazioni legate alla storia del birrificio, al territorio e alla sensibilita' dei birrai: nel mare magnum delle chiare a bassa fermentazione le differenze tra Helles, Export Helles, Export e basta, Spezial, Vollbier, Landesbier, Keller, e Festbier, senza contare rarissimi stili ad alta come le Dampfbier ,si sentono eccome e sono un'ottima palestra per la degustazione, sicuramente piu' sfidante che saltare da una Tripel a una Oud Bruin.
    In una pur breve permanenza si colgono segni e tracce di storie che sarebbe bello raccogliere e raccontare (piccoli birrifici con 600 e passa anni di storia in paesini di 2000 anime, birrifici con impianti storici degni quasi di Pipaix) e di cui in Italia non sospettiamo l'esistenza, in generale ho avuto la sensazione di entrare in contatto con una cultura brassicola e del bere che dalle nostre parti conosciamo solo per stereotipi e, dunque, non conosciamo affatto.
    Un altro aspetto da sottolineare e' il rapporto qualita'-prezzo: a parte gli 1,80 € per 0,5l delle Zoigl, che sicuramente avranno sovvenzioni e sgravi fiscali per la loro valenza storica e sociale, ho pagato per dei bicchieri da mezzo litro delle cifre che variano da 2 € a 3,70 €, picco quest'ultimo raggiunto solo nel monastero di Weltenburg e nel palazzo Thurn und Taxis, quindi all'interno di due attrazioni turistiche, ricevendo quasi sempre in cambio delle birre ben fatte e piacevolissime.

    Veniamo al viaggio: partenza lunedì 30 giugno con la fida Ulysse con acclusi bicicletta, saccolenzuolo, sacco a pelo e altre attrezzature analoghe. Il proposito, pienamente rispettato, era quello di comportarsi da vero duro e dormire in auto appoggiandosi ai campeggi, lasciando l'auto nel camping parcheggiata sotto gli alberi di qualche piazzola e girando in bici per città e paesini.

    La prima tappa fissata era Augsburg, l'antica Augusta, la prima delle tante code autostradali che ho beccato in questi 5 giorni tedeschi e che mi hanno fatto odiare la parola “Baustelle” scritta su segnali luminosi mi ha però condotto a concedermi un prologo: ora di pranzo, fame, stanchezza dopo 5 ore e passa di auto tra la finta autostrada del San Bernardino e il Korridor di Bregenz, I lavoratori del Baustelle che fanno forzatamente uscire tutti dall'Autobahn...un mix infernale da cui mi salvo notando che il paese più vicino si chiama Leutkirch (non siamo ancora in Baviera ma nel Baden-Wurttemberg, dettagli) e che la fida Guida CAMRA della Germania rivela essere dotato di un birrificio (Härle) con Gasthof.
    Provo la Landzüngle, una Landesbier ovvero una sorta di Keller ambrata chiara con un bel naso di malto e crosta di pane e un gusto maltato deciso ma che non stucca, grazie a una luppolatura erbacea e ben bilanciata, il menu dice che è prodotta con malti e luppoli biologici.
    Proseguo con una Pils che ha lo stesso naso di crosta di pane, seguito però da un corretto erbaceo e in bocca un bell'equilbrio, con gli aromi luppolati del Tettnänger in decisa evidenza. Due belle birre.

    Ad Augsburg, dopo aver visitato il Rathaus, le vestigie romane e un meraviglioso giardino con fontane e sedie su cui ci si può accomodare e leggere libri presi in prestito da uno scaffale situato in un angolo (immagino in Italia che destino avrebbe un oggetto del genere) provo il piccolo birrificio König von Flandern, aperto nel 1988, e ricevo il mezzo litro più deludente dell'intero viaggio: una Helles con decisamente troppo malto e destrine, al naso ha un evidente DMS e ricorda alcune non brillanti interpretazioni italiane dello stile e in bocca è slegata, dolcina in attacco, ruvida e grainy sul palato e con un amaro finale piuttosto grezzo.
    Cena da Riegele, dove provo la Keller, torbidissima e ambrata, con profumo di lievito e un lieve fruttato di mela verde e succo di mela che si ritrova anche in bocca, un po' troppo carbonata per lo stile ma fresca e piacevole.
    Segue la Pils, davvero da applausi, con una luppolatura potente che emerge già al nasom con note erbacee e quasi pepate, in bocca è un trionfo di luppoli Hallertau, asciutta, erbacea, pulita, da bere a secchiate, molto più spinta sull'amaro delle tradizionali Pils bavaresi.
    E' il turno della Commerzienrat, una Festbier molto chiara e dominata di malti, ben realizzata, quindi della Dunkel, molto spinta sulle tostature, sia al naso che in bocca, con sentori di cacao e frutti rossi e una luppolatura ben percepibile, oltre I canoni classici dello stile, infine un cicchetto di Speziator, Doppelbock pienamente in stile con caramello, cacao, pera matura e caffé al naso, caramello bruciato in bocca, poco luppolata e poco attenuata, come tradizione vuole.

    Il giorno successivo mi sposto a Kelheim, dove pranzo in una Gasthof che ha alla spina le birre di Frischeisen, piccolo produttore cittadino: provo una Helles non male, in stile, con un bell'equilibrio in bocca e luppolatura ben percepibile.
    Al pomeriggio, dopo aver appreso dall'ufficio turistico che è scosigliato e difficile arrivare a Weltenburg in bicicletta, mi convinco a fare il turista e approdare in barca sul Danubio (tramite la stretta denominata Donaudurchbruch) nel monastero birrario più antico del mondo (1050) e bevo naturalmente la specialità della casa, la Dunkel (una delle tre birre prodotte realmente nel monastero insieme alla Festbier e alla Bock, tutte le altre a marchio Weltenburg sono fatte a Regensburg da Bischofhof, occorre fare attenzione alla distinzione tra Weltenburg e Weltenburg Kloster posta sulle etichette) : crosta di pane di segalo, caramello e pera al fonro al naso, in bocca ha un buon equilibrio in cui prevalgono I toni di caramello e maltosi, molto meno tostata e secca della Dunkel di Riegele, carbonazione vivace, luppolo dosato con il bilancino, la sensazione è proprio quella di pane di segale liquido.
    Ceno naturalmente da Schneider, dove, come da tradizione, tutte le Weizen sono servite in bottiglia e si fa una concessione alla spina solo per la base, la Unser Original, che provo anche se ben conosco. Più sorprendente e interessante la seconda bevuta, la stagionale Meine Blonde Weisse, che ha un profumo di citrico ed erbaceo che lasciano il bananone sullo sfondo, anche in bocca il carattere da Weizen, che comunque c'è, viene messo in secondo piano da una luppolatura decisa ma non invadente come nella Meine Hopfenweisse che avevo provato a Monaco lo scorso inverno, bell'esperimento, che rende più gradevole questo stile a chi, come me, non è un amante.

    Mi sposto quindi a Regensburg, la Ratisbona di Carlo Magno, bellissima città medievale contraddistinta anche da un CdG (coefficiente della gnocca) superiore alla media bavarese.
    Comincio la giornata pedalando per 20km lungo il Danubio per raggiungere il Walhalla, non la casa degli eroi norreni morti in battaglia, purtroppo, ma solo il monumento fatto costruire da Ludwig I per celebrare i grandi tedeschi della storia: una riproduzione del Partenone ateniese con un interno abbastanza funereo, con busti e targhe dedicate a non moltissimi personaggi, con appropriazioni indebite quali Mozart, Mendel, Schubert e Copernico e assenze clamorose tra I filosofi. Passi per Nietzsche, ancora vittima dell'idiota e falsissima tesi circa una sua responsabilità ideologica nel nazismo, ma perché Hegel no e Schelling sì? La risposta l'ho maturata solo due giorni dopo al quarto litro di Zoigl: Hegel ha commesso il torto, nel suo complesso sistema, di trascurare la natura e il pensare la natura è sempre stato un tratto caratteristico del Deustchtum.
    Torno in città e mi dedico al bere: a Regensburg si segnalano un birrificio da paura, Kneitinger, e uno con una location da paura, Spital, collocato nel vecchio ospedale cittadino e con un Biergarten da cui si gode un'eccezionale vista sul Danubio, lo Steinerbrucke e le guglie del duomo.
    Da Spital ho provato la Helles, gradevole ma poco di carattere, scivola via troppo in bocca e una buona Heller Bock, ben costruita e bilanciata e con l'alcool ben nascosto.
    Da Kneitinger una Pils che è un bell'esemplare bavarese, equilibrata e con una bella luppolatura erbacea e floreale, perfetta come apertitivo, una Sommerbier che era una Leicht ambrata chiara e molto maltosa, ricca di toni di crosta di pane, per non renderla troppo acquosa hanno giocato (abbastanza bene) con I malti speciali e una Dunkel molto buona, con cacao, tostature e frutti rossi, ricorda per certi versi quella di Riegele ma è meno luppolata.
    In mezzo alle due e non memorabile la Furstichles Brauhaus, un brewpub accluso nel palazzo Thurn und Taxis e aperto come contentino dalla Paulaner, che nel 1997 rilevò il marchio Thurn und Taxis e chiuse il grosso birrificio cittadino qualche anno dopo: ho bevuto una Helles non filtrata con un naso maltoso spinto che mi aveva fatto temere il peggio (vedi Konig von Flandern), in bocca invece è andata meglio del previsto, con un leggero fruttato di mela e una discreta luppolatura.

    Giovedì dedicato a un tour circolare nel Bayerischer Wald, a lambire I confini con la Boemia, soprtattutto per provare due birrifici premiati all'ultima WBC.
    Prima tappa a Regen da Falter, che ha vinto una medaglia per la Export Helles: chiarissima, paglierina, con un olfatto delicatssimo di fieno ed erbaceo, anche in bocca è ben fatta e giocata su un'estrema delicatezza, prendo poi una Pils che mi arriva in bottiglia, anche questa di colore più chiaro della media e con un bell'erbaceo in evidenza sia al naso che in bocca, ben fatta.
    Mi sposto quindi a Zwiesel, dove sosto da Dampfbierbräu, birrificio attivo da fine Ottocento e che ha creato lo stile Dampfbier: è un'ambrata ad alta fermentazione lagerizzata però a lungo , molto maltosa e con toni di caramello, poco carbonata ma ben attenuata e con luppolatura moderata (sul sito e sull'etichetta si spiega proprio che questa tipologie nasce per fronte a una carenza ed eccessivo prezzo del luppolo), prima della specialità, disponibile solo in bottiglia, mi ero fatto spillare una Hell Vollbier, dal colore quasi ambrato, simile a una Pils boema (il confine del resto è a due passi) e con la stessa pienezza maltata al naso che arriva quasi a sfiorare il diacetile, in bocca ha gli stessi sentori e un tocco floreale, suppongo realizzata con decozione.
    Successiva tappa a Bodenmais, un paesino di montagna che si è rivelato una residenza estiva per anziani (d'inverno invece pare dominino gli sciatori) e che ha un piccolo e recente birrificio, Adam-Bräu, fondato nel 1990: ho provato una Pils che dichiarano essere realizzata con luppoli boemi, erbacea con un filo di DMS al naso, in bocca si rivela di impostazione più bavarese che boema, con la luppolatura tenuta abbastanza a freno, sicuramente inferiore alle Pils di Kneitinger e Riegele.
    Ultima tappa della giornata a Eck nell'omonimo birrificio con Gasthaus al piano di sopra, in cui mi son concesso l'unica notte in una stanza da letto.
    Provo subito la pluripremiata Dunkel (medaglie a WBC, anche quest'anno, ed European Beer Stars) , dicono fatta al 100% con “Dunkel Malz: di colore rubino scuro, caramello e un tocco di fragola e ciliegia al naso, un lontano ricordo di miele di castagno, in bocca è molto meno tostata della Kneitinger, caramello e frutta rossa si ritrovano e dimostra un'ottima piacevolezza.
    Bevo quindi una Festbier, che ogni cliente poteva spillarsi in proprio da una botte di legno collocata nel mezzo del giardino tramite il caratteristico Zwickl e proposta al minaccioso prezzo di 2 Euri per mezzolitro,: ambrata, naturalmente torbida, netto lievito al naso e anche in bocca con I tipici sentori da Keller, crosta di pane che fonde alla parte maltata, leggero fruttato acidulo di mela e finale erbaceo pulito con un retrolfatto luppolato discretamente lungo, molto ben attenuata.


    Il venerdì è finalmente il giorno delle Zoigl, lungo la strada c'è però il villaggio di Chammunster dove si trova il piccolissimo birrificio Hinterreder, attivo dal 1377: cosa c'è di meglio che brindare alle dieci del mattino con due vecchietti tedeschi su un tavolino all'aperto? La birra in sé, chiamata Munster Helles, non è poi memorabile: chiara, limpida, malto e un filo di anidride solforosa stile Augustiner Helles al naso, molto maltosa in bocca a sfiorare il miele d'acacia, poco luppolata e con un filo d'astringenza (polifenoli estratti dai grani?), memorabile è però l'esperienza di assaggiarla in un ambiente placido e idilliaco e con vista sul bell'affresco posto su una lunetta all'ingresso della chiesa.

    Arrivo a Windischeschebach, il tempo di godermi I quattro chilometri in bici tra I boschi che separano il campeggio dal villaggio e sono seduto al tavolino da Wolframstuber'n, uno dei tre produttori aperti in questo week-end .
    Pensavo di trovare altri italiani, mi ero immaginato di imbattermi in qualche romano allevato da Colonna come mi era capitato da Gänstaller lo scorso Ferragosto invece scoprirò presto di essere non solo l'unico italiano ma proprio l'unico straniero in una festa popolare locale, per tutto il giorno troverò vecchietti che mi salutano mentre in passo in bici e vicini di tavolo che si interessano a me per capire che diavolo ci facessi lì.
    L'atmosfera è fantastica, allegra senza la volgarità di certe sagre paesane, semplicemente la celbrazione del piacere di fare e bere birra senza complicazioni e senza tirasela.
    Le ricette variano da famiglia a famiglia e si tramandano da generazioni, in effetti le tre Zoigl disponibili erano molto diverse l'una dall'altra.
    La mia preferita è stata Wolframstuber'n: ambrata chiara, naso con crosta di pane ed erbaceo speziato sullo sfondo, in bocca I sentori di malto non si traducono in dolcezza e sono contrastati da una buona attenuazione, arrivano poi I sapori del lievito, un gradevole fruttato di albicocca fresca con un pulito finale erbaceo e speziato che domina anche il retrolfatto. Chiedo a un tizio del posto che era stato particolarmente cordiale e gentile con me se sa quali luppoli vengano utilizzati, mi dice che non lo sa con certezza ma ritiene che siano tutti Hallertau, senza infiltrazioni boeme come invece io ho sospettato.
    La birra di Beim Gloser è nettamente più ambrata e al naso ha un tocco spinto di fruttato, tra il succo d'albicocca e il nocciolo di pesca, sentore quest'ultimo che tornerà nel retrolfatto insieme ai luppoli, delle tre, oltre ad essere la più scura, è anche la più abboccata e meno attenuata, con un tocco di mandorla amara sul palato.
    Schafferhof, l'unico produttore del villaggio di Neuhaus (adiacente a Windischeschenbach) aperto nell'ultimo week end propone invece una Zoigl dorata, nettamente più chiara delle altre due, con un tocco citrico al naso oltre che di crosta di pane, in bocca è più grainy e ruvida rispetto a Wolframstuber'n,, leggermente più carbonata e con un tocco di astringenza in più.
    Finisco la giornata con quattro litri di Zoigl in corpo praticamente senza accorgermene e con un gran desiderio di tornare a respirare questa atmosfera, magari in compagnia di buoni amici birrofili.

    Sabato 5 luglio si torna a casa, non senza un ultima tappa a Freising per pranzare nel Biergarten di Weihenstephan. Non posso non rimanere colpito dalla potenza di questa istituzione pubblica: birrificio, taverna, università e centro ricerche occupano una considerevole fetta della città, del resto se dal 1040 qui si produce birra è chiaro che nulla è affidato al caso. Mi bevo una Pils ben fatta e con un bell'amaro e una classica Hefeweizen della casa, assai più citrica e meno garofanata e bananosa di quella di Schneider.

    E' il commiato all'avventura bavarese, anzi no, perché dietro il mio sedile c'èra un fustino da 5 litri di Zoigl di Wolframstuber'n, che non è sopravvissuto oltre le 24 ore dal rientro a casa e dall'assalto della mia consorte e di quattro amici, oltreché mio ovviamente.

    Edited by Il Sarto di Ulm - 8/7/2014, 11:01
     
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  2. Celo1000
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    Splendido report.
    Grazie Simonmattia.
     
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  3. rampollo
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    Mitico
     
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  4. Hopfen
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    Bel giro Simo!
     
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    Tasso alcolemico
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    bel giro e gran bel report, vorrei andarci appena possibile e prenderò sicuramente spunto
     
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    Nuovo Kuaska

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    Fantastico report...prendo appunti, sognavo quest'anno di andare per Zoigl ma ripiegherò su Dusseldorf e Colonia.
    Interessante lo spunto delle Dampfbier, semanticamente vicine alle Steam Beer (dampf=steam=vapore), leggo che diversi indicano un lievito da weiss che fermenta tra 21°C e 25°C.
    Di Riegele mi è capitato di bere la Speziator alla spina qui ma mi risultò davvero troppo dolce.
     
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  7. Nabucodinosaur
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    serietà
     
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  8. Il Sarto di Ulm
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    CITAZIONE (jarrett @ 8/7/2014, 09:36) 
    Interessante lo spunto delle Dampfbier, semanticamente vicine alle Steam Beer (dampf=steam=vapore), leggo che diversi indicano un lievito da weiss che fermenta tra 21°C e 25°C.

    La vicinanza è non solo semantica ma anche empirica, perché il nome pare derivi proprio dagli sbuffi di vapore che uscivano dai fermentatori una volta terminato il lavoro dei lieviti.
    E' possibile che fossero usati lieviti affini alle Weizen perché nella storia della Dampf di Zwiesel che ho letto al birrificio si parla proprio di una ricetta inventata in emergenza per far fronte all'assenza di frumento e alla carenza e all'elevato prezzo del luppolo.

    CITAZIONE (jarrett @ 8/7/2014, 09:36) 
    Di Riegele mi è capitato di bere la Speziator alla spina qui ma mi risultò davvero troppo dolce.

    Le Doppelbock tradizionalmente devono essere corpose e a prevalenza dolce, solo negli ultimi anni si è diffusa l'abitudine di luppolarle e attenuarle di più
     
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    Discepolo di Kuaska

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    Gran bel report. È uno dei tour che mi ispira di più in assoluto.
     
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  10. fermorest@ndo
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    letto
    solo eccellenza sul barbiere

    530px-Bundesarchiv_Bild_146-2004-0096%2C_Kaiser_Wilhelm_II.
     
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  11. La Badante
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    Che nostalgia.
    Ho vissuto a Kelheim per due mesi, che ho passato a fare la stagista (il mio sport preferito) a Schneider.

    Io a Weltemburg da Kelheim ci sono andata a piedi, dopo che uno dei mastri birrai mi aveva detto che era una passeggiata ( non e' vero).
    Per recuperare la fatica mi son pero' poi bevuta di tutto e anche il cibo era molto buono.
    Il ritorno me lo sono fatta in canoa con il birraio, chiaramente ribaltandomi nel Danubio, la prova che lo sport non fa per me.
    Sempre a Kelheim, anche se per arrivarci sembra di cambiar stato tanto e' lontano, c'e' anche questo www.brauerei-plank.de/ uno che ha vinto di tutto.

    Quoto tutta la meraviglia e rilancio affermando che umanamente, i tedeschi sono molto meglio degli inglesi ( di Inghilterra).
     
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  12. miglioramicodipolli
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    CITAZIONE (La Badante @ 9/7/2014, 12:47) 
    Quoto tutta la meraviglia e rilancio affermando che umanamente, i tedeschi sono molto meglio degli inglesi ( di Inghilterra).

    in finale potrebbero anche perdere, sei saltata sul carro un po' presto
     
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  13. Il Sarto di Ulm
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    CITAZIONE (La Badante @ 9/7/2014, 12:47) 
    Che nostalgia.
    Ho vissuto a Kelheim per due mesi, che ho passato a fare la stagista (il mio sport preferito) a Schneider.

    Io a Weltemburg da Kelheim ci sono andata a piedi, dopo che uno dei mastri birrai mi aveva detto che era una passeggiata ( non e' vero).
    Per recuperare la fatica mi son pero' poi bevuta di tutto e anche il cibo era molto buono.
    Il ritorno me lo sono fatta in canoa con il birraio, chiaramente ribaltandomi nel Danubio, la prova che lo sport non fa per me.
    Sempre a Kelheim, anche se per arrivarci sembra di cambiar stato tanto e' lontano, c'e' anche questo www.brauerei-plank.de/ uno che ha vinto di tutto.

    Quoto tutta la meraviglia e rilancio affermando che umanamente, i tedeschi sono molto meglio degli inglesi ( di Inghilterra).

    Beh, io dopo essere tornato in barca sono ritornato sopra Weltenburg dall'altra sponda del fiume in bici e ho fatto tutto il tour nei boschi per poi sbucare al monumento del ringraziamento.
    Da Planck avevo provato a fermarmi l'anno scorso (ricordavo un tuo consiglio) tornando da Bamberg ma era chiuso per ferie.
     
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  14. La Badante
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    Che bello.
    Dovresti scrivere questi report da qualche parte seria, non solo a noi spampanati!
     
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  15. Tyrser
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    A Windischeschebach ho adorato Binner (quello che distilla e forse si fa fare dei formaggi, non parlando tedesco mi è rimasto il dubbio....): prima Zoigl della giornata e ultime n Zoigl della giornata... Birra visivamentee ambrata come Gloser, non troppo secca, con un gran tocco di malto e luppolo dosatissimo a chiudere la bevuta. Elegantemente ruvida. Forse solo da Spezial mi capita la stessa cosa: finire il boccale senza accorgermi. Formaggi buoni e brezel a forma di stella!
    L'ambrata di Beim Gloser era più "dolce", con tanto malto caramello e una luppolatura fresca anche al naso. Un po' troppo abboccata forse, ma comunque godibile.
    Ci siamo poi imbucati al ristorante di fronte dove abbiamo bevuto uno Zoigl che non so di chi fosse, ma era proprio brutto, forse "vecchio". Tempo di dire "viva la sposa" e siam tornati da Binner.

    Condivido appieno il tuo commento sugli stereotipi tedeschi: pur avendo una manciata di denominazioni ogni birrificio ha la sua interpretazione, il suo pubblico e il suo stampo. Colori aromi e sapori cambiano di molto: due birrifici a 200 metri di distanza faranno entrambi una keller ma saranno due birre totalmente diverse.
    E poi parliamo di posti che fanno una, due birre al massimo contemporaneamente. da centinaia di anni però.
    Se solo pulissero gli impianti... a volte a Roma dal Colonna le birre sono più buone perchè curate e pulite...

    Ps Il Maso al The Blender Pub di Reggio Emilia ha spesso birre della Baviera, Franconia e Zoigl che porta giù direttamente. E' un buon posto per farsi un'idea di un bere diverso.
     
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16 replies since 7/7/2014, 17:06   833 views
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