Il Barbiere della Birra

Scozia e Birre

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Sutter Cane
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Con colpevole ritardo dovuto alla mancanza di tempo ho buttato giù questo breve e incompleto report del viaggio in Scozia, soffermandomi stavolta sulla nostra bevanda preferita.

    Innanzitutto premetto che non è stato un viaggio birrario, più orientato al whisky (vedi post in "scozia e whisky") e ovviamente alla scoperta della Scozia naturalistica. Perciò, a differenze di altre circostanze, non siamo andati alla ricerca di locali o produttori specifici nè di birre o stili particolari. Ciò non toglie che ovunque siamo passati abbiamo comunque dato un occhiata agli eventuali microbirrifici e ai locali che servivano real ale, ma più che altro come sedute defatiganti dopo le botte dei sigle malt.

    Qualche appunto lo possiamo comunque buttar giù.

    PUB:

    Ne abbiamo girati parecchi, direi più o meno tutti piuttosto validi anche se quasi mai dotati di tantissime spine.
    Tra i già noti agli appassionati:
    Il Bon Accord di Glasgow - pub piacevole e ben fornito dove però, per la scelta delle birre (tutte locali, che non conoscevo), ho lasciato fare a loro e, imperdonabile, non ne ho annotato i nomi... bevendo comunque mediamente bene
    Il Pub di Brewdog ad Aberdeen - locale piccolo e non particolarmente “cool” (pianta quadrata con bancone sul lato interno, arredamento spartano, clientela multiforme) con buona scelta di birre sia proprietarie che ospiti e pochi snack un po’ striminziti per spezzare. Abbiamo bevuto Punk IPA e Dead Pony Club, entrambe in forma, e una Cocoa Psycho passata in randall di peperoncino nagachilli, buona ma davvero estrema, in grado di far collassare messicani e calabresi
    Altri nomi da segnalare:
    The Old Inn - pub non facile da individuare, sul porticciolo di Carbost, isola di skye; solo un paio di real Ale a pompa e cibarie nella media ma atmosfera impagabile. Vi abbiamo bevuto la birra migliore del viaggio, la Stout di Orkney (Dragonhead? Il nome non era scritto), delicata ed elegantissima, morbidezza e vellutata in bocca.
    (Sempre di Orkney segnalo la Dark Island Reserve, 10° e maturazione in cask di whiskey, comprata nel market di un piccolo campeggio e bevuta a casa: ottima)
    The Waterfront Restaurant and Bar - Locale di Inverness scelto quasi a caso ma rivelatosi molto interessante e con una buona scelta di real ales. Molto buona la Hit the Lip di Cromarty, IPA leggera e profumata di luppolo fresco scolata in 10 secondi, poi Speyside Bottlenose Bitter, onesta ma dimenticabile e Sunset del birrificio Cross Bay, pessima e solventosa
    The Hawes Inn - pub ai margini di Edinburgo, in zona South Queensferry, che segnalo soprattutto per la posizione magnifica proprio fra i 2 ponti Forth Bridge e Forth Road Bridge (e che consiglio come ottimo posto per pernottare, il nome della locanda è Inkeeper's Lodge), vi abbiamo bevuto una Monty Python Holy Grail - ESB interessante solo x il nome - e la Xingu, una american lager brasiliana(!) che, a sorpresa, si è rivelata pregevole: freschissima e intrigante
    SIXºNORTH: a pochi passi da Brewdog, a sorpresa, spunta questo locale dedicato alla birra ma senza real ale. E’ un pub piuttosto grande, disposto su 2 piani e con una notevole quantità di spine (una 30ina), che fa capo a un microbirrificio di Porthaven, paesino a poche miglia da Edinburgo. Si tratta di un progetto piuttosto recente e ispirato al Belgio, le spine sono quindi dedicate sia alle loro birre (livello ancora bassino, degna di nota solo la Blanche) che ad altre birre belghe (sia pregevoli - De Ranke -che meno interessanti - Lindemans)

    BIRRIFICI:

    Fyne Ales - Birrificio che comincia ad avere una certa fama internazionale (difatti in quei giorni stava organizzando una festa con parecchi birrifIci all’avanguardia come Magic Rock, Wild Beer, Toccalmatto e BrewFist)
    La posizione è magnifica, domina la zona del Loch Fyne posizionato a poche decine di metri dal lago in una stradina di campagna a ridosso di un allevamento di bufali. Adiacente al birrificio c’è la tap room/bar/beer shop dove abbiamo assaggiato parecchie birre della gamma, tutte di buona qualità pur senza picchi esagerati: Jarl e Avalanche le migliori, con i luppoli protagonisti, abbastanza insensata invece la birra al melone e menta brassata in collaborazione con Wild Beer.
    Sull’onda della festa in arrivo ho provato ad accennare alla tizia al bancone l’argomento birrifici italiani, ma la tipa, dopo avermi risposto che non conosceva i birrifici in questione ma che avevano avuto dei birrai italiani, si è un po’ adombrata... boh.
    Islay Ales - malgrado il prodotto di punta dell’Isola di Islay sia il whisky questo birrificio è parecchio considerato, e a ragione, perchè produce una vasta gamma di real ale di buona fattura, seppure non particolarmente originali (bitter, ipa, golden ale, stout, brown ale, tutte perfettamente in stile e senza il minimissimo difetto).
    Non abbiamo visitato il birrificio ma le birre si trovavano un po’ ovunque, dai bar ai locali delle distillerie, ai battelli che portano sull’isola.
    Isle of Skye - Birrificio dell’isola di Skye, più coraggioso del precedente nelle sperimentazioni ma anche meno talentuoso (perlomeno per gli assaggi capitatici); ottima la reperibilità in zona.
    Abbiamo dato un’occhiata al birrificio, con beer shop ma senza tap room, situato vicino ad un imbarco traghetti, e bevuto un paio di suoi prodotti in un bar nei paraggi, una discreta golden ale con malto peated e una Ipa con Nelson Sauvin piena di difetti (astringenza in primis).
    Cuillin - Sempre su Skye c’è quest’altra micro-brewery che fa capo ad un grande hotel/pub/ristorante.
    Il locale è piuttosto grande e molto frequentato e propone una offerta di whisky a dir poco impressionante, una discreta cucina e ovviamente le birre locali, purtroppo tutte tra il 5 ½ e il 6—in pagella.
    Black Isle - Spostandosi verso lo Speyside si attraversa questa zona pianeggiante e rigogliosissima, la Black Isle, dove siamo andati alla ricerca del birrificio omonimo, ormai piuttosto distribuito anche dalle nostre parti.
    Il posto è piuttosto difficile da scovare, malgrado qualche cartello qua e la, nascosto com’è in una stradina di campagna, ma una volta localizzato si scopre che è molto ben organizzato, con la solita area shopping e una stagista dedicata a far visitare la zona produzione alla clientela e a proporre qualche assaggio, molto attenta a sottolineare l’utilizzo di prodotti “organici”
    Le birre della gamma base sono tutte tra il buono e l’ottimo ma, conoscendole già, ci siamo diretti verso le produzioni meno conosciute: la scotch ale, non male ma troppo virata verso la liquerizia, una golden ale brassata per un monastero dei paraggi, ottima, e un barley wine passato in botte scompostissimo, da aspettare (e sperare) almeno un paio di anni

    Lista della spesa a parte chiudo con qualche osservazione più generale:

    Nota n.1: regna il km 0 (anche se nessuno lo sbandiera). Nei pub, nei ristoranti e nei negozi si trovano quasi sempre (e solo) le birre dei produttori locali
    Nota n.2: estrema originalità nella scelta dei nomi:
    Abbiamo visitato o bevuto da produttori ubicati rispettivamente nell'Isola di Islay e di Skye, nelle Orcadi, nella Black Isle, nello Speyside e a LochFyne, etc.
    I nomi dei birrifici: Islay Ales, Isle of Skye, Orkney, Black Isle, Speyside, Fyne Ales (questi si vede che sono particolarmente mattacchioni).
    Un po' come se da noi i birrifici li chiamassero tutti tipo Pisa, Cernusco Sul Naviglio, Pianura Padana, Poggibonsi, etc...
    Nota n.3: roba straordinaria non ne ricordo ma, allo stesso tempo, nemmeno birre particolarmente scarse. Il livello mi è parso medio-alto senza, appunto, picchi pazzeschi.
    Nota n.4: ovviamente temperature di servizio tradizionalmente sempre un po’ troppo alte
    Nota n.5: per le Ale si usano ormai quasi solo malti chiari, crystal col contagocce
    Nota n.6: l’impressione è che in questo momento l’ambiente viva un momento di transizione tra la tradizione (britannica più che scozzese, a dire il vero) rappresentata dalla delicatezza e dall’equilibrio senza estremismi delle real ale, e le sperimentazioni moderne ispirate a realtà anche locali (vedi soprattutto Brewdog).
    Ho riscontrato un interesse evidente verso le luppolature importanti e non necessariamente continentali (luppoli americani e australiani sono ormai all’ordine del giorno) ma anche una certa attenzione a non strafare
    Nota n.7: Real Ale a parte vanno tantissimo le solite porcherie globalizzate, Tennents, Corona, Carlsberg e, purtroppo, tirano alla grande anche Moretti, Poretti e Nastro Azzurro.
     
    Top
    .
  2. Celo1000
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Belli sti report. Bravi.

    Prima o poi dovrò tornare anche in Scozia...
     
    Top
    .
  3. fermorest@ndo
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    hai bevuto qualche wee heavy cicciotta degna di nota?
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Nuovo Kuaska

    Group
    Member
    Posts
    5,216
    Tasso alcolemico
    0
    Location
    BA

    Status
    Offline
    Bel report, 1 solo giorno ad Edinburgo per me è stato troppo poco.
    Ma solo a me il terrore del palloncino fa desistere dal prendere l'auto all'estero?
     
    Top
    .
3 replies since 8/7/2014, 13:51   293 views
  Share  
.