Il Barbiere della Birra

IGA: hanno senso?

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  1. BeerSheriff
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    CITAZIONE (NorbertoCapriata @ 4/2/2016, 11:23) 
    Quasi sempre i prodotti convincenti dipendono soprattutto dalla quantità di mosto per lt, nè troppo nè poco, e dall'abbinamento riuscito tra ingredienti base della birra e tipologia di mosto.
    Solo Barley forse, al momento, è riuscito a creare IGA (le BB, ovviamente) che, a livello degustativo, hanno qualcosa in più, nel senso che non danno mai la sensazione di bere birra corretta con vino.

    esattamente questo

    se il senso delle IGA è quello di fare una miscela, è un stile che in idiozia rivaleggia con le Black IPA

    per me non ci devono essere dubbi che quella che stai bevendo è birra, la parte vinosa deve aggiungere una dimensione in più, non snaturare il prodotto

    cmq la cosa mi stuzzica, non è detto che non ci faccia una pensata e provi qualcosa hb la prossima vendemmia, aggiungendo uva e magari anche altro
     
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    Nuovo Kuaska

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    secondo me ad idiozia non scende al livello Black IPA.
    dico però che spesso chi le apprezza troppo è perchè tra vini e birre almeno una delle due sfere non la conosce. Io non conosco i vini, per dire.
    Ma mi sono buttato a produrre una sorta di quadrupel con un mosto di un vino che conoscevo benino e sono rimasto soddisfatto.
     
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  3. Xodc
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    Concorso HB del Carrobiolo su IGA e birre con cereali diversi dall'orzo per almeno il 30%: ha vinto una Rye Black IPA 😂😂😂
     
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  4. Malt is
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    ma c'era veramente tutta quella segale dentro?? :D
     
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  5. Thiëll
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    Ennesimo tentativo di rivendicazione di uno stile italico...ma posso dire che ho in botte una Iga prodotta con mosto Sangiovese e Brett Brux molto interessante. Forse la parte vinosa là si esalta con ceppi Wild rendendola più intrigante. Inoltre gli antociani del mosto d'uva le hanno conferito riflessi rosa niente male
     
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  6. Xodc
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    CITAZIONE (Malt is @ 4/2/2016, 19:08) 
    ma c'era veramente tutta quella segale dentro?? :D

    Se non ricordo male aveva segale e avena per un 31% del totale...
     
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  7. Malt is
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    azz..

    io ne avevo presentata una che somigliava piu' ad un Lambic, essendo stata inoculata anche con Brett in botte, avevo aggiunto il 10% di mosto fiore di Grillo (base degli ossidativi marsalesi) al fine di dare freschezza e acidita' al blend...attualmente l'acidita' e' diventata un po troppo spinta e al naso tira fuori un po troppo silicone..
     
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  8. Mamø
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    Concordo pienamente con tutto quello che ha detto ricci. Era un ragionamento che stavo formalizzando negli ultimi mesi.

    Matrimonio improbabile tra birra e vino con la grande eccezione delle BB. La sola idea di farne uno stile è risibile.

    Poi aggiungiamoci che spesso costano caro.
     
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  9. Filippo Garavaglia
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    a me importa solo del risultato e devo dire che più d'una non mi spiace, si facci si facci pure avvocato
     
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    Discepolo di Kuaska

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    Hanno senso, ma visto il costo spesso conviene prendere un vino o un'altra birra.
     
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  11. bilbo72
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    a parte Barley e Loverbeer

    poi nuove birre da vendere devi averle e se ci puoi ricaricare margini facendole pagare come il vino.....
     
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  12. imperterrito
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    bella mossa
    finalmente qualcosa di intelligente made in italy
     
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  13. Brutto ceffo
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    Sono abbastanza d'accordo con Ricci, però ciò che nel resto del mondo non ha senso, in Italia può assumerlo. Siamo indiscutibilmente il Paese del vino e questo ci riempe d'orgoglio, quindi inevitabilmente la nostra cultura e la nostra storia ha una deriva fortemente enologica.

    Questo si ripercosso pesantemente anche nelle produzioni artigianali di birra: bottiglie da vino, capsule da vino, etichette da vino, tecniche enologiche, come degorgement e non ultima la birra agricola, che riprende il senso della vigna. La naturale evoluzione di questo percorso non può che essere la birra col mosto di vino.

    Ha senso tutto ciò? Assolutamente no! Ma in mancanza di una cultura birraria, la birra artigianale Italiana, ha subito una forte influenza enologica. Il prossimo passo che già s'intravede è l'apposizione delle annate sulle etichette di birra. Qualcuno già ne parla ed è un'assurdità.

    Ho sentito anche brew pub che propongo la Pils, fatta con l'orzo delle Langhe. Che ne direste se facessero una barbera con le uve di Boemia? Quando in Italia si propongono assurdità enologiche, tutti capiscono l'inesistenza di certe affermazioni, mentre nella birra è tutto permesso e nessuno storce il naso davanti a birre al mosto di vino. E se parlassimo di vini al mosto di birra?

    A livello di cultura birraria siamo passati dalla sincerità della Moretti, alla birra degli etruschi, cioè dalle cazzate dell'industria a quelle degli artigiani. La differenza è che le prime sono per la massa beota, che non conosce il prodotto, le seconde invece sono dedicate agli esperti, che per abboccare hanno bisogno di una storia, che se ben confezionata funziona pure.

    Comunque la presenza di un ingrediente, peraltro non ben definito, non è sufficiente a definire uno stile, per quanto assurdo possa essere.

    Ps. Dimenticavo, sopratutto prezzi da vino!! La birra artigianale segue infatti la logica del vino, cioè la massimizzazione del prezzo della singola bottiglia, perché il vino si produce dalla vigna che ha una capacità ridotta e ben definita, si fa una volta l'anno e se viene male, non si avranno più materie prime da trasformare in prodotto finito.

    Mentre la birra si crea con prodotti che possono essere acquistati altrove, se ne può produrre quanta se ne vuole e quando si vuole e segue quindi una logica diversa dal vino.

    Questo nel resto del mondo, mentre in Italia che è il Paese del vino....................
     
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  14. BeerSheriff
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    CITAZIONE (Brutto ceffo @ 6/2/2016, 14:19) 
    Sono abbastanza d'accordo con Ricci

    raghi, dove ho sbagliato?
     
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  15. Filippo Garavaglia
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    stai invecchiando, una volta pur di far flame avresti cagato su un neonato
     
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235 replies since 3/2/2016, 21:59   5105 views
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